Da oltre 35 anni, da quando ho iniziato a essere e fare il radicale, sento dire che le battaglie radicali del passato erano più importanti delle attuali. Ognuno si riferiva a un passato diverso. Negli anni ’80 del secolo scorso ci si riferiva agli anni ’60 e ’70 come oggi si pensa agli inizi del 2000. Eppure io sento e vivo come immensamente attuali e collegate tutte le battaglie. Basta pensare alle conquiste radicali sull’aborto e agli attuali rigurgiti reazionari contro i quali occorre avere la forza e la determinazione di allora. Basta pensare a oltre 40 anni di lotta sull’eutanasia legale che ancora non è conquistata come sarebbe giusto o all’attualità delle disobbedienze civili di Marco Pannella della metà degli anni ’70, quasi mezzo secolo fa, contro le leggi proibizioniste e criminogene sulla droga e sulla Cannabis in particolare.

Dal coraggio dei militanti omosessuali radicali del FUORI degli anni ’70 è partita la riscossa della liberazione sessuale e della libertà di scelta sessuale e affettiva, la base per chiedere oggi il matrimonio egualitario come nuova frontiera di conquista.
Ma non si tratta solo di diritti civili. Le vittorie e le riforme ottenute tra la fine del vecchio millennio e quello nuovo sulla giustizia internazionale sono le premesse che consentono oggi a Radicali Italiani di lanciare l’iniziativa “Putin all’Aja”, per portare a giudizio il principale responsabile dei crimini perpetrati in Ucraina. Così come le lotte ambientaliste degli anni ’80 e ’90 sono le basi che oggi ci consentono di portare sul tavolo della politica italiana ed europea proposte sulla transizione energetica ed ecologica che, se fossero state messe in pratica per tempo, ci avrebbero salvato almeno in parte dall’attuale disastro che incombe. Sulla giustizia giusta o sulle carceri, sull’immigrazione o lo stato di diritto è un percorso che prosegue, senza cesure, senza soluzione di continuità.

“I Radicali se non ci fossero bisognerebbe inventarli” è un’altra frase sentita mille volte in questi anni, detta spesso da chi non ci ha mai votato o sostenuto. Per evitare che serva reinventare quel che già c’è, il mio consiglio è di dare forza a Radicali Italiani, un partito che certo non ha più la grande guida carismatica ma che sta mettendo sul campo tutto il patrimonio di conoscenze, di metodo di lotta e di forza della passione liberale e libertaria che si sono sedimentati in decenni di lotta politica.
Tutte le nostre iniziative le trovi su www.radicali.it.

Igor Boni
Presidente di Radicali Italiani