Sono arrivata a Verona alle 15.45 il corteo era già partito ed intravedevo la coda coloratissima, allungo il passo per raggiungerla e mi accorgo che non ho lasciato il trolley al deposito bagagli, velocemente sbrigo il da farsi e corro verso il corteo.

Sorrisi e facce allegre sfilano davanti ai miei occhi, colori e colori, dove il fucsia prevale è il colore delle sorelle di Non Una Di meno, colori che compongono l’arcobaleno dei gruppi e associazioni che hanno aderito alla manifestazione Tansfemminista del 30 marzo. Si respira aria di rivoluzione, si intuisce il potenziale che avrebbe nella lotta dei diritti civili in modo trasversale. Non vedevo un corteo per i diritti così eterogeneo, colorato e senza provocazioni di nudo da molto tempo, la norma per i Pride si è ridotta nella sfilata dei carri delle discoteche cittadine con sopra corpi esibiti come trofei, certo essenziali per la riuscita della manifestazione ma privi di contenuto politico.

Proseguo lungo tutto il corteo, cerco il gruppo del MIT ( Movimento Identità Transessuale ) ma dopo 25 minuti non ne vedo ancora l’inizio… mi sento presa per un braccio… è un amico di vecchia data, mi dice: “facciamo un selfie per mandarlo a Walter un amico che vive in Grecia”. Proseguo con passo accelerato cercando sempre di individuare qualcuno che conosco e intanto guardo in alto, dai balconi qua e là donne affacciate a incitare il corteo con slogan e urla da indiani metropolitani.

La vista di Efe Bal su un balcone, con un manifesto attaccato al corpo con la scritta “ Salvini non molare “, mi ha rattristato per un momento ricordandomi di quanto può cadere in basso l’animo di una persona. Distolgo lo sguardo e torno a vedere sorrisi e danze di donne consapevoli del loro essere. Un camion con delle casse enormi amplificava la musica da rave party, dietro si battono le mani a ritmo, tutto in torno è una festa, da un balcone una donna scrive un messaggio: “Non posso camminare sono con voi”, tutti ad applaudirla.

Mi viene incontro Rosario Murdica ( attivista di lungo corso ) a cui chiedo se ha visto il gruppo del MIT… mi dice che molto più avanti. Rosario ha il treno e non può finire il percorso, ci salutiamo e continuo. Dopo poco incontro Marilou del MIT anche lei è di rientro e anche lei mi dice di andare in testa al corteo. Sono passati 45 minuti e finalmente vedo Valèrie Taccarelli (attivista trans). Siamo arrivati a destinazione, man mano che arrivavano le ondate riconosco visi e sorrisi, amic@ e compagn@ che dell’attivismo ne hanno fatto una ragione di vita.

Con Valèrie commentiamo il corteo e il numero dei partecipanti sedute sul marciapiede come accadeva 20 anni fa. I primi giornali dicono 20.000 partecipanti, Valèrie disapprova dice tra 150.000 e 200.000, non si è affatto sbagliata. Ritorno in stazione e penso come sarebbe bello un Pride Nazionale con la stessa energia e atmosfera di lotta contro l’inconsapevolezza di massa. Siamo stat@ favolo@.

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Veet Sandeh

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