Ha sorpreso e acceso le polemiche la sentenza del Tribunale che ha reso illegittima la registrazione dei nomi di entrambe i genitori allo Stato Civile per i figli di coppie con lo stesso sesso.
Torino è stata la città apripista, già dal 2018, nel riconoscimento dei figli di famiglie arcobaleno. Ora questa registrazione all’anagrafe cittadina non è possibile per una sentenza definita “in retromarcia”.
Il sindaco Stefano Lo Russo, insieme a diversi esponenti del centrosinistra, ha manifestato tutto il suo disappunto, e la messa in campo di iniziative, auspicando una pronta risposta politica a livello parlamentare, per dar vita ad un quadro legislativo certo, che definisca in modo chiaro la materia in modo da garantire i diritti di tutti i bambini senza prevaricazioni.
Questo ribadendo che si tratta di un principio non solo giusto politicamente ed eticamente, ma anche legittimo dal punto di vista amministrativo. Una questione che ha evidenziato lentezze e ritardi del Parlamento su certe materie (non attribuibili a soli fattori burocratici..). Un quadro incerto che rende inoltre un diritto praticabile a secondo del luogo di residenza.
Un segnale forte dei ritardi e delle contraddizioni che ancora caratterizzano il nostro contesto istituzionale su aspetti che dovrebbero essere ormai consolidati a livello europeo. Un ennesimo esempio in cui la società civile si mostra più avanti della politica.
Per chi oggi si oppone in modo oscurantista ai valori europei, questi diritti legati a coppie gay sono espressione di degrado e degenerazione di quel mondo occidentale tanto apprezzato dagli oligarchi, mentre si benedicono bombe e massacri.
Moreno D’Angelo