E’ notizia recente il fermo di due donne transgender italiane presso l’aeroporto di Sharm el-Sheikh. Motivo? Una discrasia rispetto all’aspetto esteriore, infatti sui rispettivi documenti è ancora riportato il genere maschile a discapito dell’aspetto femminile. Tanto è bastato alla polizia egiziana, dopo violenze verbali e vessatorie, per fermare le due donne tanto da richiedere l’intervento della Farnesina, che tramite l’ambasciata d’Italia al Cairo, ha sbloccato la situazione permettendone il rientro in italia.

In una nota congiunta, Arcigay Antinoo Napoli, Arcigay Molise, Associazione Consultorio TransGenere, Associazione Libellula, ATN – Associazione trans Napoli, Beyond Differences Onlus, Colt – Coordinamento Lazio trans, Gender X, MIT – Movimento Identità trans, Sportello Lili del Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Sunderam Identità Transgender Torino dichiarano all’unisono:

Il fermo di Loredana e Mikela, all’aeroporto di Sharm el-Sheikh, che segue di soli 8 giorni quello di cui è stata vittima un’altra donna trans, Federica Mauriello, ci pone davanti a importanti riflessioni.

Come noto, la polizia aeroportuale ha così agito per l’incongruenza tra i dati anagrafici (al maschile) sui documenti e l’aspetto esteriore delle tre cittadine italiane. Ciò è anche diretta conseguenza del ritardo del legislatore italiano nel colmare il vuoto normativo in materia di rettifica anagrafica di adeguamento di genere per le persone trans, che, quando non hanno documenti non allineati per sentenze giudiziarie, continuano ad avere problemi.

OrlandoMagazine si unisce al coro per chiedere a gran voce una legge specifica, a distanza di ormai oltre 30 anni dalla promulgazione della 164, e prega i tour operator di informare per tempo, qualora si accorgano di incongruenze con i documenti, le persone transgender che vogliano intraprendere viaggi in paesi potenzialmente o dichiaratamente transfobici.