Dopo oltre trent’anni dalla prima storica Dyke March di Washington, anche l’Italia avrà la sua prima Marcia Lesbica. L’appuntamento è per sabato 26 aprile, alle ore 16 in Largo Agosto a Roma, in occasione della Giornata Internazionale della Visibilità Lesbica.

Un evento storico, che segna un punto di svolta nel panorama delle mobilitazioni LGBTQIA+ italiane, e che nasce per affermare con forza la presenza e la voce delle lesbiche contro l’omolesbobitransfobia, la violenza di genere, l’eteronormatività e il binarismo imposto dei ruoli di genere.

 

Una storia che parte da lontano

Nata negli Stati Uniti nel 1993 come risposta alla marginalizzazione delle voci lesbiche all’interno della comunità LGBTQIA+ e nei movimenti sociali, la Dyke March è sempre stata un momento di autodeterminazione, visibilità e lotta collettiva. Oggi, a distanza di trent’anni, questa eredità arriva a Roma, trasformandosi in una marcia italiana che guarda non solo al contesto nazionale, ma anche a quello europeo e globale.

Come si legge nel manifesto ufficiale pubblicato online:

“Le lesbiche sono e sono state al centro di tutti i movimenti per il cambiamento sociale, ma la nostra partecipazione è stata ignorata, spesso con la nostra complicità e consenso. La nostra Dyke March guarda a ciò che succede in Italia, in Europa e nel mondo.”

 

Dal corteo al presidio

A causa dell’imponente afflusso previsto a Roma in occasione dei funerali di Papa Francesco, l’evento ha dovuto adattarsi: la marcia, inizialmente pensata come corteo, si trasformerà in un presidio statico, per garantire la sicurezza delle partecipanti e preservare lo spirito della manifestazione.

L’invito resta forte e chiaro:

Sabato 26 aprile, ore 16. Largo Agosto, Roma. Ci vediamo lì.

Perché è tempo di reagire.

Perché è tempo di esserci.

Perché la visibilità lesbica è lotta politica.

Gaia Bertotti