D: Come nasce il vostro nome?

R: Il nome è nato da un film di Ciccio e Franco ambientato in un western all’italiana che avevamo visto ai tempi dell’accademia delle belle arti, per cui Iacopo Marchioretto, Dionigi Biolatti e Marco Orazi abbiamo deciso di comune accordo di darci questo nome.

D: E il vostro sviluppo artistico?

R: Beh, simile a quello di molti giovani che escono dall’accademia. Street Art, video in stop motion e murales, poi grazie ad un regalo ci siamo trovati tra le mani una marea di ceramiche rotte alche ci è venuta l’idea di rimodificarle facendole diventare dei novelli frankestein e questo è stato il nostro inizio.

D: Poi avviene un evoluzione…

R: Si, avviene un approccio più consapevole alla scultura, una fascinazione per la fisicità e un coinvolgimento emotivo che ci ha portato a cercare una continua sfida con la materia.

D: I vostri sono soggetti dissacranti?

R: Sono soggetti ispirati alla classicità ma rivisitati in chiave moderna, ovviamente con un occhio dissacratorio.

D: Quale è stata l’opera vostra maggiormente criticata?

R: A Ferrara, dopo 20 minuti… la madonna vibratore che vibrava veramente ma è stata censurata ancora prima di vedere la luce.

D: e come è nato “l’occhiale scultura”?

R: Dobbiamo ringraziare Alessandro Monticone di fabbricatorino per aver creduto in noi e averci dato la possibilità di collaborare con questo famoso marchio. Questi occhiali sono un mix di arte antica e moderna assolutamente pop, un autentico attacco al moralismo occidentale e al consumismo imperante. Un capolavoro di colta ed affascinante decadenza.

D: Quali sono i vostri progetti futuri?

R:  Nel 2020 una mostra a San Pietroburgo che sarà una nostra personale dove esporremo una scultura gigantesca… ma di più non possiamo proprio dire.

D: Una domanda che non ti ho fatto ma che avresti voluto che ti facessi

R:  Vuoi della “robba”… ahahahah

D: Come giudicate la scena torinese dal punto di vista artistico?

R: Per noi è la dimensione più adatta perchè nessuno di noi ama essere travolto dal caos, rischiando di essere sommersi dalle cose e perdendo di vista se stessi. E poi non potremmo fare a meno di Porta Palazzo.

D: Che consiglio dareste a dei giovani che vogliono iniziare a lavorare come artisti?

R:  Determinazione, determinazione e ancora determinazione. Superare la selezione naturale attraverso il superamento delle sconfitte poi talento e tanta fortuna.