di Moreno D’Angelo
“L’adozione di un’identità di genere non coerente con il proprio sesso contraddice l’impegno di un soldato verso uno stile di vita onorevole, veritiero e disciplinato, anche nella vita personale”.
Da tempo nel mirino del presidente degli Stati Uniti Donald Trump vi sono anche i trans e soprattutto quella che definisce “la loro ideologia”.
Trump, nel corso del suo insediamento, aveva già detto che nel suo pensiero esistono solo due sessi.
Ora, tra le decine di ordini esecutivi da lui emanati (l’ultimo riguarda il rilancio della prigione di Guantanamo a Cuba, per ben 30.000 migranti irregolari, che Biden stava per chiudere per sempre), oltre al ritiro dagli accordi sul clima e per negare la cittadinanza ai bimbi figli di immigrati senza permesso di soggiorno), Trump ha dato indicazioni, al fedelissimo e discusso segretario della Difesa Pete Hegseth, di pervenire al divieto per le persone transgender di prestare servizio militare (si stimano che siano 15mila su un totale di 2milioni di persone che operano nelle forze armate statunitensi).
Il divieto è stato supportato da argomentazioni ulteriormente discriminatorie, riferendo che: “il servizio di truppe che si identificano in un diverso ordine biologico è in conflitto con uno stile di vita onorevole, veritiero e disciplinato anche nella vita personale e che sia inoltre dannoso alla prontezza militare”.
Si tratta di un’iniziativa che Donald Trump (78 anni) aveva già tentato di imporre nel corso del suo primo mandato (2017-2021), ma il provvedimento, bloccato dalle vertenze legali, fu poi annullato dal presidente Joe Biden.
Trump ha ulteriormente calcato la mano, ricorrendo a tematiche che poco hanno a che fare con libertà e principi della Costituzione: “impediremo che le forze armate vengano indottrinate con ideologie della sinistra radicale come la teoria critica della razza”, – aggiungendo come -“molti problemi di salute mentale e fisica sono incompatibili con il servizio attivo“.
Insomma, occorre difendere anche l’esercito dall’ideologia gender.
Ora nell’America di Trump, e dell’imminente golden age, che grazia in massa gli assalitori di Capital Hill, caccia i migranti incatenandoli e rifiuta il cambiamento climatico, uscendo dagli accordi di Parigi e dall’Organizzazione mondiale della Sanità, ritorna un clima peggiore di quello emergeva nel successo cinematografico del 1982 “Ufficiale e gentiluomo”, in cui l’accusa di essere gay costituiva un modo ordinario per offendere un soldato. Un clima in linea invece con l’ordinaria omofobia diffusa in oriente e nei regimi dell’Est.
Questo in un quadro suprematista che in America minaccia le normative abortiste e taglia i fondi e licenzia il personale impegnato in quei programmi di diversità, inclusione, giustizia ambientale, sviluppatisi negli anni ’90, attraverso l’approvazione di leggi e percorsi per la parità di genere che hanno comportato ottimi risultati in materia integrazione. Ora i tagli in corso stanno comportando un quadro alquanto preoccupante che discrimina donne, persone di colore e minoranze sessuali.
Teorie complottiste, Trump e il futuro tecno globalista di Musk
Nel contrasto trumpiano al trend progressista, promotore dei diritti civili, ci si è anche appoggiati a teorie complottiste che farneticavano con successo sull’esistenza di potenti lobby che intendevano sostituire, attraverso migrazioni di massa, la presenza e le tradizioni del mondo bianco, imponendo nuovi modelli.
A questo si lega una versione di transumanesimo moderno che vede il mondo guidato dai fautori del globalismo tecnocratico, di cui Elon Musk rappresenta la massima espressione. Musk, fautore di un anarco liberismo ipertecnologico e iper finanziato, oltre sistemi e tradizioni, punta a frontiere fantascientifiche in una tecno globalizzazione di una società consumistica iper controllata e condizionata. Una realtà che punterebbe anche su ibridi umani rispetto al singolo essere (non importa se nero, bianco o gay).

Un progetto che vede il geniale miliardario sudafricano (non proprio un modello di tradizionalismo..), protagonista di una sorta di rivoluzione, a proiezione futura, senza scrupoli e dalle grandi incognite, che ora trova forza in un modello trumpiano, ancora influenzato dagli schematismi del passato e da vecchi pregiudizi fondamentali per il suo consenso. L’ esplicito appoggio (anche attraverso i suoi potenti canali di comunicazione) manifestato da Musk a partiti di estrema destra del vecchio continente, pare essere in primo luogo funzionale alla guerra al soggetto europeo come polo politico economico concorrente.
Trump attrae e condiziona come Giove
Oggi l’enorme bolla d’attrazione trumpiana, non è solo al centro dell’attenzione internazionale, ma ha fatto sì che anche realtà editoriali e società che si muovevano su linee antidiscriminatorie e progressiste, stiano attuando una sorta di repentina marcia indietro. Anche scuole e università che praticano programmi di inclusione, diversità, antirazzismo giustizia sociale, a seguito dei preannunciati tagli dei fondi pubblici, risulta che abbiamo spontaneamente ridimensionato l’impegno verso queste problematiche con un preoccupante calo della partecipazione di studenti di minoranze etniche.
Un quadro che mette in discussioni il risultato di lotte che avevano portato la legge sui diritti civili (Civil Right Acts) vietare ogni forma di discriminazione, anche di genere sessuale.
Che la parità tra uomo e donna potesse tutelare anche i diritti della comunità Lgbt è un punto sempre negato dall’entourage di Donald Trump. Un quadro che ha poco a che vedere con quelle che furono le nuove frontiere kennedyane o con lo spirito di Obama che ampliò l’assistenza sanitaria pubblica. Figure che non furono mai “contro l’Europa”.

50 ordini esecutivi
Ma cosa sono gli ordini esecutivi (executive order) che Trump sta emettendo a decine, (per la precisione ben 50 con 78 revoche dei decreti a firma Biden)?
Si tratta di provvedimenti che hanno immediata efficacia, senza l’approvazione del congresso, pur essendo contestabili dai tribunali.
Per i presidenti americani rappresentano sempre più una sorta di biglietto da visita, per dare direttive al ramo esecutivo, soprattutto per dimostrare agli elettori il loro tener fede con prontezza agli impegni elettorali, o per annullare quelli del precedente presidente, come fece Biden annullando gli ordini esecutivi del Trump del primo mandato.
Si tratta di ordini esecutivi che, in ogni caso, non possono variare la Costituzione e sono oggetto di ricorsi, come si sta registrando con la valanga di istanze di procuratori generali di stati governati dai democratici sull’ordine esecutivo riguardante lo Ius Soli che violerebbe il 14mo emendamento della Costituzione per chi nasce negli Stati Uniti.
Questi ordini esecutivi presidenziali sono uno straordinario mezzo per affermare le linee guida della nuova amministrazione tanto più per un presidente “decisionista” e “sovranista” come Donald Trump.
Una società coesa nella lotta al migrante e alle minoranze. Un paese figlio della migrazione, sterminatore delle tribù indiane locali e di milioni di bisonti, ora scacciatore di migranti, che comunque permane una grande democrazia.
Views: 57