L’estate 2021 ha segnato un evento storico per il nostro Paese e per Torino in particolare. 1.250.000 italiani hanno firmato il referendum per arrivare alla legalizzazione dell’eutanasia in Italia e oltre 650.000 cittadini hanno firmato il referendum per legalizzare la Cannabis; da Torino abbiamo spedito a Roma 42.000 firme e molte altre migliaia sono arrivate direttamente on-line. Torino è stata la prima città per firme raccolte, un bel record! Questa mobilitazione stupenda è stata stracciata con un colpo di spugna dalla Corte Costituzionale.
L’art.75 della Costituzione indica che non sono ammessi referendum per leggi tributarie e di bilancio, amnistia e indulto e sulla ratifica di trattati internazionali. Al di fuori di quanto previsto, la Corte, con un giudizio pienamente politico sancito da una grottesca conferenza stampa del Presidente Giuliano Amato, ha buttato al macero firme, speranze, democrazia.
Nulla di nuovo ma certo la distanza tra cittadini e Palazzo aumenta e aumenterà. Come aumenterà il nostro impegno per riconsegnare nelle mani degli italiani la libertà di scelta. L’intero Paese dopo questa violazione, l’ennesima, dovrebbe avere il coraggio di aprire una nuova fase, una sorta di nuova fase costituente che sappia riportare il processo democratico al centro delle decisioni e il Parlamento nel suo ruolo di legislatore. La sfida che lanciamo a questo Parlamento, nell’ultimo anno di vita che gli resta, è di riconquistare dignità e approvare una legge sul fine vita e sull’eutanasia e una legge sulla legalizzazione della Cannabis.
Se non lo farete il taglio del cordone ombelicale tra cittadini elettori e il Palazzo sarà definitivo e porterà all’orizzonte pessimi presagi dei quali ogni giorno si vede il segno.
Igor Boni – Presidente di Radicali Italiani