Lo scorso 28 ottobre abbiamo depositato in Corte di Cassazione 650.000 firme di cittadini sul referendum Cannabis.

Un quesito che punta alla legalizzazione della coltivazione per uso personale e che depenalizza i reati. L’obiettivo è giungere finslmente alla legalizzazione della Cannabis per tutti gli usi, compreso il cosiddetto uso ricreativo.

È il referendum dei record: le firme sono state raccolte in 3 settimane tramite l’innovazione della firma elettronica, conquistata in Parlamento da Riccardo Magi; firme che danno il segno di quanto un’ampia fetta di popolazione italiana sia consapevole che occorre cambiare radicalmente rotta nelle questioni legate alle droghe. Una valanga di firme in pochi giorni che hanno sorpreso molti di noi, me compreso.

Per decenni il proibizionismo ha arricchito a suon di miliardi di euro mafie e criminalità, riempito le carceri di disperati e intasato l’intero sistema giudiziario. La legge sulla droga in Italia, lo ripetiamo d decenni, è criminogena.

In primavera gli Italiani avranno l’occasione storica di dire “basta” a questa follia, liberando oltre 5 milioni di consumatori dal mercato illegale e togliendo oltre 6 miliardi di euro all’anno dalle grinfie dei malavitosi.

Legalizzare infatti significa avere meno spaccio, più sicurezza, più soldi nelle casse dello Stato e più posti di lavoro. Legalizzare la Cannabis significa affrontare con ragionevolezza il problema.

Lo hanno capito nel paese più proibizionista di tutti: gli Stati Uniti; sarebbe ora che lo capisse anche la politica italiana, troppo spesso genuflessa a ipocrisia, perbenismo, populismo e demagogia.

Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani