“Un dramma sociale ancora poco conosciuto nella sua autentica realtà che viene spesso dipinto in modo alquanto superficiale”.
Così è stata introdotta il 2 ottobre, nella splendida, austera e sabauda cornice del Circolo dei lettori di Torino, un’affollata iniziativa di Acta (Azione contro truffe affettive e lotta al Cybercrime) proprio alla vigilia della giornata contro la truffa affettiva.

Si tratta di raggiri che si basano su tecniche raffinatissime, altro che due tre ragazzotti di colore dietro a un pc, e coinvolgono psicologi, esperti, figure femminili, ricorrendo pure all’ipnosi per conquistare la fiducia dei malcapitati. Un dramma vissuto, spesso in silenzio e con vergogna, da tante donne e anche da uomini (che denunciano molto meno, anzi quasi nulla) con un giro di estorsioni che raccoglie cifre ragguardevoli. Ufficialmente sono i 425 i casi emersi nel 2023 ma la cifra è molto sottostimata.

E’uno stupro emozionale e c’è gente che si è rovinata la vita rischiando il suicidio” ha esordito la fondatrice di Acta Jolanda Bonino (nominata quest’anno Cavaliera al merito della Repubblica Italiana) che ribadisce:  “Bisogna smetterla di parlare di truffe sentimentali. Qui di sentimentale non c’è niente. Sono veri e propri metodici raggiri ad opera di cybercriminali”.  Diversi esperti intervenuti vicini ad Acta (Betta Bossi, Gabriella Tessarin, Sofia Guerrera, Marinella Massaglia e Gianni Candelo)   hanno sviscerato numerosi  aspetti legati a questo fenomeno che tocca persone di ogni ceto sociale, smentendo il luogo comune che chi si fa “fregare”, da questa rete di raffinati avvoltoi, sia una povera allocca.  Si è parlato di manipolazione mentale, di ipnosi (con l’intervento di Gianni Candelo) e di metodi raffinatissimi per confondere e raggirare la vittima di turno.  Dietro questi “truffetenti” (così le pasionarie di Acta chiamano i criminali protagonisti delle truffe) vi sono fior di organizzazioni che studiano, anche per lunghi periodi, tutto nei dettagli, alla ricerca degli immancabili punti deboli del soggetto preso di mira con una valanga di messaggi e attenzioni. In genere colpiscono attraverso persone che si riconoscono nel livello socio culturale della vittima, impiegando anche diversi mesi prima di arrivare alle richieste di denaro.

L'evento al Circolo dei Lettori di Torino.(Photo Morenox)
L’evento al Circolo dei Lettori di Torino. (Photo Morenox)

 “Rileggendo alcune frasi delle chat riportate nel mio libro non mi sono riconosciuta e mi rendo conto di quanto mi avessero portato fuori. Il mondo mi era caduto addosso e mi sono vergognata. Per me non era un tradimento ma uno stupro emozionale”, ammette Rossana Tescaroli, autrice di “Anima diAmante”, in cui racconta il suo dramma di vittima di truffa affettiva.  Una donna di un piccolo paese del Veneto, con un buon lavoro, famiglia e figli, (costretta a cambiare casa, dopo la fine del matrimonio, arrivando in uno stato di depressione pericoloso a causa del raggiro on line). Una donna che, invece di chiudersi nel suo dramma, grazie al casuale incontro con l’associazione Acta, oltre a salvarsi, è diventata un’attiva volontaria dell’associazione.

“E’ importante cambiare la mentalità per far superare alle vittime la paura di denunciare i cybercriminali.  Ci si vergogna anche perché c’è un’informazione spesso scorretta, in particolare nei talk show dove il fenomeno viene spesso ridotto a una farsa utile per lo più all’audience di programmi d’intrattenimento” afferma Jolanda Bonino, che rileva come oggi con l’intelligenza artificiale i rischi di truffe e fake si siano  moltiplicati  e siano sempre più invasive.

“Anche io, che ero una femminista dell’altro secolo e certo non una persona debole e remissiva, mi sono accorta di essere entrata in una sorta di “sindrome di Stoccolma” cercando delle verità in quello che era un  raggiro ben confezionato. Questo allontanando chi mi voleva aiutare ad aprire gli occhi”, ammette la Bonino ricordando la sua drammatica esperienza e precisa: “Anche lo stupro fisico non viene spesso denunciato, specie se riguarda una persona in carriera che non vuole passare per una fessacchiotta”. Viene inoltre ribadito come le vittime di questi cybercriminali siano donne di tutte le età, donne curiose, anche con incarichi professionali importanti, che sovente hanno anche quel retaggio di “fare le crocerossine”.

Nell’incontro vi è stato anche l’intervento dell’avvocata, vicina ad Acta, Sofia Guerrera che ha ricordato come non esista una norma specifica contro questo nuovo fenomeno nella nostra normativa e, per tutelare le vittime, si faccia riferimento all’art. 640 del C.P. riguardante la truffa patrimoniale finanziaria.

"Attenti ai truffetenti!"(Photo Morenox)
“Attenti ai truffetenti!”
(Photo Morenox)

“Mi hanno rubato il cervello”

Si è anche parlato degli effetti chimici di chi è sottoposto a questo bombardamento continuo di messaggi. Un bombardamento che può dar corso ad un aumento della serotonina, ormone detto della felicità.
“Mi avevano rubato il cervello, mi sentivo come un burattino”, ha ammesso di aver avuto queste sensazioni la veterinaria Marinella Massaglia. La volontaria Acta ha aggiunto: “sono messaggi in cui rimaniamo intrappolati vivendo come un un film e le conseguenze possono dar corso a fortissimi stati depressivi”.

“Le truffe sono sempre esistite ma, in questi ultimi 15 anni, i meccanismi si sono molto affinati. E’ quindi  importantissimo informare le persone per prevenire raggiri che possono diventare veri e propri drammi” ha concluso la Bonino pronta, con il suo affiatato gruppo di volontarie e volontari, a promuovere continue  iniziative, sempre aggiornate, per combattere un fenomeno quanto mai pericoloso, che va ben oltre stereotipi ormai diffusi.