“CON-TATTO” è un progetto nato tra la collaborazione del Rotary Distretto 2031 e ASL Città di Torino, che ha entusiasmato e sensibilizzato molte persone in diversi parti dell’Italia sul tema dell’Autismo: dodici ragazzi autistici hanno percorso la via Francigena fino a Roma dal Papa, insieme ai loro accompagnatori. Ne parliamo con uno degli organizzatori, Luca Rivoira, responsabile rapporti esterni progetto Con-Tatto.
Come è nato il progetto “CON-TATTO”?
Nasce dalla fine di un’altra esperienza fatta sul cammino di Santiago che ha visto me e Carmelo Velardo, protagonisti nel sensibilizzare le persone sullo spreco alimentare. Avevamo voglia di continuare a camminare, valorizzando i cammini italiani, allo stesso tempo dare sostegno alla ricerca scientifica, così abbiamo proposto la nostra idea al Dott. Roberto Keller, responsabile autismo della Regione Piemonte. In pochi giorni era tutto pianificato, nonostante il Covid, siamo riusciti nella nostra esperienza.
Quando avete iniziato a camminare?
Abbiamo iniziato nel gennaio 2021 i primi allenamenti per fare gruppo con i nostri 12 ragazzi, l’entusiasmo è cresciuto di giorno in giorno. Anche l’affiatamento. Abbiamo fatto dodici allenamenti, prove di cammino, per essere pronti fisicamente alla partenza. Il 27 maggio 2021 siamo partiti per Proceno, poi nove tappe fino a Roma, per un totale di 235 km. Uno degli obiettivi principali era rompere gli schemi rigidi dell’autismo, la sua ritualità, uscire dalla zona di confort per far acquisire a questi ragazzi maggior autonomia. Ogni giorno, posti diversi, camere e compagni di stanza diversi, menu diversi, nonostante tutti questi grandi stimoli, la risposta è stata ottima, al di sopra delle nostre aspettative. Unito ai benefici dell’attività sportiva, in questo caso il camminare, abbiamo unito l’approccio abilitativo condotto dal Dott. Keller (direttore del centro regionale autismo adulti) ed il suo team, tramite i social skill training.
Che impatto ha avuto “CON-TATTO”?
Per il mondo dell’autismo è stato un progetto pilota, unico al mondo, che a distanza di mesi, altre asl in giro per il mondo ci stanno copiando o si stanno ispirando. Noi abbiamo scelto di lanciare un nuovo modello, un nuovo approccio e lo abbiamo messo a disposizione di chi avesse voglia o avrà voglia in futuro di replicare e migliorare. Ciò che conta è fare più progetti possibili per migliorare la vita delle persone autistiche e delle loro famiglie. L’autonomia, soprattutto per i casi di medio alto funzionamento, è migliorabile e in alcuni casi raggiungibili. C’è molta strada da fare ancora, ma rispetto a diversi anni fa, ci sono stati importanti passi avanti.
Il momento più bello di “CON-TATTO”?
Sono molti, sicuramente l’incontro con il Papa è stato un momento profondamente bello. Il falò a metà cammino, dove i ragazzi hanno scritto le loro emozioni e le hanno rese eterne dentro il fuoco. Ma se dovessi scegliere un preciso momento sceglierei, l’abbraccio finale, dopo aver incontrato il Papa, nato spontaneamente da ragazzi che fino a due settimane prima odiavano qualsiasi sorta di contatto fisico, ma che in quel momento hanno superato una delle loro grandi sfide interiori. Vorrei rivivere questo progetto dal primo all’ultimo secondo, qualcosa che rimarrà sempre in maniera indelebile nel cuore.