Di fronte agli annunci del Governo Lega-5 Stelle, in alcuni settori della sinistra si riparla di nuovo della lotta per i diritti civili come frontiera di sinistra contro le destre. E’ una visione che contesto. Le prime grandi vittorie sul divorzio e sull’aborto sono state rese possibili anche dal voto (sul referendum sul divorzio del 1974) e dal sostegno concreto di ampie fasce di elettori che votavano DC alle elezioni politiche, di cattolici convinti e praticanti, e anche di elettori del MSI che, nel segreto dell’urna, davano voce alla ragionevolezza contro uno Stato padrone e ipocrita.
Contemporaneamente nei mitici anni ’70, è un fatto, proprio da alcuni settori della sinistra, dal PCI e non solo, venivano aspre critiche ai “Radicali borghesi” che pensavano ai diritti civili invece che ai diritti sociali e che esplicitavano, ad esempio sulla questione omosessuale, risposte spesso non molto distanti da quelle che venivano da destra.
Allo stesso modo oggi, interpretare come esclusive “di sinistra” le battaglie a difesa dei diritti civili non solo è riduttivo ma è sbagliato. I diritti civili – e aggiungerei i diritti umani – non sono di una parte della popolazione ma sono di tutti i cittadini. Chi oggi chiede di tornare indietro sui passi avanti fatti nel riconoscimento delle coppie omosessuali non è di destra, è fuori dalla storia.
Con questo spirito chiediamo che in Parlamento si discuta del progetto di legge di iniziativa popolare sulla legalizzazione dell’eutanasia che abbiamo presentato con oltre 67.000 firme, dopo la vittoria sul testamento biologico. Con questo spirito chiediamo che in Parlamento si discuta il progetto di legge di iniziativa popolare per la legalizzazione della Cannabis che abbiamo presentato con oltre 60.000 firme, dopo la vittoria sulla Cannabis terapeutica e la legge che sostiene la filiera della canapa. Con questo spirito chiediamo che si affronti il tema del matrimonio egualitario e delle adozioni anche per le coppie omosessuali.
E’ del tutto evidente che in questi ultimi 40 anni, aborto e divorzio non sono stati utilizzati solo da cittadini di sinistra; è altrettanto evidente che le prerogative e i diritti delle coppie omosessuali, così come le scelte sul fine vita non sono appannaggio di una parte ma un diritto di tutti. La divisione, come sempre, è tra laici e clericali, tra chi guarda avanti e chi guarda indietro, tra chi crede nell’autodeterminazione delle persone e chi in uno Stato paternalista, tra chi vuole associare il peccato al reato e chi riconosce piena libertà alle scelte personali.
Igor Boni – Direzione nazionale Radicali Italiani
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