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Igor Boni – Europa Radicale
Massimiliano Coccia, in un ottimo pezzo su Linkiesta, sottolinea come la lista di proscrizione redatta dal Nuovo Partito Comunista ricordi nei modi e nel lessico “quello che le Brigate Rosse lasciavano nelle cabine telefoniche”.
Ormai nel nostro Paese – e non solo qui – tutto passa rapidamente; alla fine della giornata la notizia della mattina è già vecchia e soppiantata da altro. Anche questa lista, che rappresenta un piccolo e gravissimo esempio di qualcosa di molto più grande e pericoloso, è già passata in cavalleria.
Igor Boni – Europa Radicale
Massimiliano Coccia, in un ottimo pezzo su Linkiesta, sottolinea come la lista di proscrizione redatta dal Nuovo Partito Comunista ricordi nei modi e nel lessico “quello che le Brigate Rosse lasciavano nelle cabine telefoniche”.
Ormai nel nostro Paese – e non solo qui – tutto passa rapidamente; alla fine della giornata la notizia della mattina è già vecchia e soppiantata da altro. Anche questa lista, che rappresenta un piccolo e gravissimo esempio di qualcosa di molto più grande e pericoloso, è già passata in cavalleria.
Eppure riporta alla memoria un passato non lontano, dove gli ebrei, in quanto tali ,erano il problema da cancellare. Provate a cercare in rete le prese di posizione politiche di questi ultimi giorni, su quanto avvenuto: si contano sulle dita di una mano. Si potrebbe dire che l’assenza di risposta sia una strategia per non dare luce a questi folli. Io credo il contrario. Questo dimostra quanto fragili siano gli anticorpi nel nostro Paese.
Quella lista e il testo che l’accompagna, che mette in fila persone e aziende indicate al pubblico ludibrio, perché “l’entità sionista è parte integrante del sistema di potere della Repubblica Pontificia”, ci raccontano dove e come viene permeata dal sionismo la nostra società, da parte di personalità dell’informazione, della politica, della scienza, dell’imprenditoria.
La follia delle minacce velate e meno velate a chi sta dentro quell’elenco è evidente a chiunque sappia leggere la storia o, almeno, sappia leggere. Giova ricordare che alla Festa Nazionale della Riscossa Popolare, organizzata a Pontedera, il famigerato Chef Rubio diceva che i giornalisti devono “temere per l’incolumità dei loro figli” e “avere paura di andare al lavoro”.
Ma se andiamo a vedere chi viene inserito in questo elenco di “cattivi”, troviamo persone diverse tra loro, accomunate solo dall’essere in questo infame elenco. Tra loro imprenditori, giornalisti, politici. Tra questi c’è una persona che conosco molto bene: Marco Taradash. Che Taradash sia in questo elenco, un uomo pronto al dialogo e al confronto con chiunque, un liberale vero che ha fatto delle proprie idee la propria misura politica, la dice lunga su chi siano questi cialtroni.
Mi piacerebbe che la politica, l’opinione pubblica, le forze politiche, non si limitassero al colpevole silenzio o a flebili ed effimere prese di posizione e dimostrazioni di solidarietà. Quel che evidenzia questo episodio è qualcosa di più grande e di più grave: non è solo un battito d’ali, ma un vento maleodorante che arriva da un passato di violenza che rischia di tornare e del quale in Europa si vedono i segni.
Non per nulla la Magistratura sta indagando e si sta valutando, in alcuni casi, di attivare dispositivi di protezione personale per i citati in quella lista. Lasciamo da parte la retorica, le divisioni destra/sinistra e le convenienze del momento di natura partitica: per arginare questa deriva serve un sussulto di libertà che dobbiamo conquistare insieme.