Il bue dice cornuto all’asino, diceva mio nonno. Così oggi i seguaci di Donald Trump accusano gli oppositori di aver lanciato una campagna di odio che avrebbe portato un ventenne a sparare all’ex presidente.
Un tema (prontamente ripreso del “moderato” giornale Libero) caro ai seguaci del partito che invoca armi per tutti, in un Paese che strabocca di fucili, protagonisti dell’assalto a Capitol Hill. Un partito che non si è mai minimante indignato per quell’ordinario ricorso alle maniere forti (anche quando comporta la morte per soffocamento di chi viene arrestato, come nel reiterato caso-George Floyd). Maniere forti ordinarie nelle dittature e in quei Paesi “normalizzati” in cui il dissenso è bandito.
Come ormai è diventato un frequente cliché, quando ci sono di mezzo protagonisti politici di rilievo, gli attentatori vengono spesso immediatamente eliminati. Condannati a morte sul posto dalla security, eliminando preziosi riscontri sulla vicenda e su chi e cosa abbia mosso la mente folle di chi ha sparato.
Si spera che la scampata morte possa portare Trump, ormai quasi certo futuro presidente, (anche se pesano alcune pendenze giudiziarie..,), a più miti consigli. Gli appelli all’unità e al civile confronto tra le parti sono un segnale positivo di speranza, anche se si tratta di un soggetto che non è mai parso particolarmente propenso alla moderazione, anche quando si è arrivati ad assaltare un Parlamento.
E’ un “Trump vittima” che si proclama difensore di Gesù Cristo, con l’appoggio di svariate sette religiose deliranti che già parlano di un uomo mandato e salvato da Dio. Un presidente che, quando ha perso, non ha mai accettato il responso delle urne, evocando il mantra dell’eterno complotto. Non a caso, Trump rappresenta un faro per tutta la variegata galassia complottista e No Vax, che non ha mai una parola di condanna verso Iran, Russia, Cina, e che vede il male puntando solo il dito sui soliti oscuri e intramontabili poteri forti (Soros, Gruppo Bilderberg, Bill Gates).
Un Trump, vicino ai negazionisti di riscaldamento globale e Covid, che risulta alquanto scettico nel riconoscersi sui principi della Costituzione.
Questo accade in un’America profondamente divisa, in cui i dati economici emergenti dalla gestione-Biden sono da tempo positivi specie sul fronte occupazionale.
Quante armi in America
Negli Usa circolano 393,3 milioni di armi. L’unico Paese al mondo in cui le armi superano la popolazione (330 milioni), con 120,5 armi da fuoco ogni 100 residenti. Un numero che è più del doppio delle armi del secondo Paese al mondo più armato, lo Yemen, dove le armi da fuoco sono 52,8 ogni 100 abitanti.
In questo contesto, repubblicani e destre estreme di mezzo mondo, compreso il luminoso Matteo Salvini, auspicano un ulteriore aumento degli strumenti di difesa personale e di sicurezza.
Occorre prendere atto come, anche nel nostro Paese, omicidi, femminicidi e attacchi alle minoranze vedono spesso protagonisti persone che per lavoro, hobby o per adesione a gruppi geneticamente inneggianti alla violenza suprematista sugli “inferiori”, detengono armi.
Il “più armi per tutti” fa rimpiangere il nostro Cetto La Qualunque.
Armi: un business infinito e miliardario di morte che non accenna a calare, nel mondo.
Intanto, esplodono le polemiche sul sistema di sicurezza che, nonostante l’abbondanza di armi e l’imponente schieramento di agenti, non è risultato per niente efficiente nel tutelare il comizio del leader repubblicano.
C’è comunque chi sostiene che se Trump dovesse esagerare nel “furore messianico” sulla mano celeste salvatrice, come nuovo Gesù in Terra, potrebbe comportargli qualche effetto negativo, in una campagna elettorale che ora appare, per lui, totalmente in discesa.