Immaginare che queste mancette elargite dalla Regione Piemonte possano far cambiare idea alle donne che hanno deciso di porre fine alla gravidanza è offensivo. Offensivo perché la scelta di avere o non avere un figlio si basa non certo sulla possibilità di acquistare per qualche mese pannolini o prodotti per bambini. È una scelta immensamente più grande, che comporta modifiche nella propria vita a tempo indeterminato. Anche di natura economica ovviamente ma che riguardano certamente soprattutto altro. In sostanza sono convinto che queste decisioni , proposte non a caso dall’Assessore Maurizio Marrone (lo stesso che stava in Donbass a fianco dei paramilitari russi nell’occupazione abusiva delle regioni orientali dell’Ucraina), non produrranno alcun effetto pratico, alcuna modifica di scelta. Sono soldi buttati che tuttavia una conseguenza l’hanno e l’avranno. L’effetto è quello di rafforzare le associazioni cosiddette “pro-vita” e contribuire a un attacco indiretto a conquiste che questo Paese ha tardivamente raggiunto e che ha difficoltà a mantenere, anche per la scarsa consapevolezza della maggioranza dei cittadini riguardo la necessità di agire, lottare continuamente, per fare passi avanti e consolidare ciò che si è ottenuto.
In questo la giunta di Alberto Cirio ha responsabilità enormi, che dobbiamo avere la forza di affermare senza timore. Il fondo “Vita nascente” – la scelta del titolo dice molto – si inserisce in una linea di iniziativa transnazionale collegata direttamente a quel che vedemmo a Verona nel 2019 con il cosiddetto “Congresso mondiale delle famiglie”. Una rete lautamente finanziata anche dalla Russia di Putin tramite i propri canali assai attivi in Italia, che ripete le proprie parole d’ordine non con l’obiettivo di convincere altri ma con l’obiettivo dichiarato di imporre con la legge le proprie tesi. Noi Radicali eravamo a contro-manifestare a Verona nel 2019 e siamo qui, in Piemonte, innanzitutto con Silvio Viale che della pillola abortiva RU486 è il primo promotore, a lottare per affermare la libertà di scelta delle donne, per garantire il rispetto della legge 194 e per proseguire il cammino di conquista della responsabilità personale. I vari Maurizio Marrone troveranno sempre un argine nelle nostre iniziative che non hanno l’obiettivo di promuovere l’aborto ma quello di promuovere una maternità consapevole che significa informazione, educazione sessuale, contraccezione, libertà di scelta. Le parole di Giorgia Meloni che tentano di rassicurare sulla non volontà di modificare la legge 194 non rassicurano. Non si tratta di difendere un totem, che noi stessi vorremmo modificare ampliando le libertà, ma di difendere un approccio culturale diametralmente opposto a paternalismi, statalismi, nazionalismi, che escono rafforzati da questa tornata elettorale.
Igor Boni – Presidente di Radicali Italiani