Una sorta di nevrosi da appanicamento, sorta in un gruppo di manifestanti che avrebbero dovuto essere pacifici è insorta nel pomeriggio del 16 marzo a Taranto, data la gravità dell’episodio la Dicos della bella città pugliese ha avviato delle indagini alfine di identificare i responsabili dei comportamenti indecorosi e oltraggiosi, non solo verbalmente, ma anche passando ai fatti lanciando sassi contro la nave “Carabiniere” della Marina Militare che attraversava il canale navigabile per raggiungere uno dei due mari della città: il Mar Piccolo. Naturalmente i sassi avrebbero potuto potenzialmente colpire chiunque si trovasse sulla nave, varata nel 2014, la quale fa parte del programma Fremm della Marina Militare ed era rientrata per delle verifiche all’Arsenale militare della città dopo una missione. Offese inaudite quelle rivolte ai militari a bordo: “assassini…assassini” urlavano dal famoso Ponte Girevole, “dovete morire”, “siete delle merxe”, uno degli striscione sfoderati dall’alto diceva: “La guerra già la stiamo pagando, chi con la vita, chi con la fame. No Putin. No Nato”. La psicosi non rende chiaro che questi benedetti militari non possono fare altro che il loro dovere ed eseguire gli ordini, e attenzione perché attualmente non ne abbiamo un numero infinito, e gli stessi aggrediti a Taranto sono tra quelli che rappresenterebbero al bisogno la nostra difesa, dal momento che l’obbligatorietà del servizio di Leva, prevista dalla Costituzione della Repubblica Italiana, nonostante sia stata in vigore per ben 143 anni, non è più in atto dal gennaio 2004, come stabilito dalla legge n. 226. Come si è visto attualmente in Ucraina, anche i civili possono essere chiamati a combattere nei conflitti, e dato che l’articolo 52 comma 1 della nostra Costituzione dice che la difesa della Patria è un sacro dovere del cittadino, in caso di un numero insufficiente di militari, anche i civili italiani si troverebbero nelle stesse condizioni degli ucraini, quindi aldilà dell’aspetto morale fondamentale che viene infranto con queste reazioni offensive verso i nostri militari, andrebbe considerato con razionalità che è controproducente non portare loro rispetto. Ci auguriamo tutti di non doverci mai trovare nella circostanza di doverci difendere, ma purtroppo il tempo insegna che continuano a nascere guerrafondai scellerati privi di scrupoli e religione. Strani allarmismi vociferano che dal 2022 tutti i giovani di sesso maschile che abbiano compiuto il 17º anno di età siano nuovamente chiamati al servizio militare, ma si tratterebbe di una notizia falsa. Va detto però che la Guerra in Ucraina, ha reso importante da febbraio 2022, da parte del Consiglio dei Ministri di adottare in Italia alcune misure che riguardano la guerra di Putin verso l’Ucraina, che sono:
“Stanziamento di fondi in aiuto dell’esercito di Kiev, con la distribuzione di mezzi militari non letali.
Stato di emergenza per tre mesi per consentire le operazioni della Protezione Civile all’estero.
Aumento degli uomini della Nato con nuove missioni in Europa orientale”.
Quindi dato che queste decisioni non vengono prese dai ragazzi e dagli uomini in divisa presenti sulla “Carabiniere”, se proprio si vuole urlare il proprio dissenso, bisognerebbe cambiare i destinatari, e certo non facendolo seguendo l’esempio degli odiatori da tastiera.
L’Italia ripudia la guerra verso altri popoli, o come mezzo di difesa di controversie internazionali, ma consente in sintesi gli ordinamenti che assicurino la pace e la giustizia fra le Nazioni, e su questo siamo tutti d’accordo.

Francesca Berger