Cari amici del PD, ripartiamo da diritti civili, dallo Stato di diritto, dalla partecipazione e dal sì alle infrastrutture per una iniziativa comune? Dopo le vostre travagliate vicende congressuali piemontesi vorremmo nuovamente provare a costruire una percorso di confronto politico sui temi che da decenni ci impegnano senza trovare, a dire il vero, molti ad accompagnarci. Le vicende nazionali che assumono ogni giorno un aspetto di gravità senza precedenti e il rischio che nella nostra Regione arrivi lo tsunami che sta spezzando le fondamenta della democrazia liberale italiana ci impongono di non mollare. Per questo crediamo che occorra confrontarsi sulle azioni politiche da costruire piuttosto che dedicare troppo tempo a posizionamenti e vicende interne. Abbiamo proposto per mesi di lanciare le “Primarie delle idee” e non ci avete degnato di una risposta. Ogni settimana siamo in strada per difendere i diritti civili conquistati in decenni di lotta e i diritti umani di migliaia di disperati che scappano dai lager libici; spesso ci troviamo soli. Per anni abbiamo chiesto una mobilitazione politica sul sì al TAV che solo nelle ultime settimane ha avuto riscontro. Da sempre siamo in strada a lottare con la nonviolenza e con le firme per conquistare spazi di democrazia diretta, alla faccia di chi se ne riempie la bocca senza poi fare nulla, anzi in alcuni casi impedendola. Oggi siamo di nuovo qui per chiedervi se ci state a darci una mano per conquistare in Parlamento la discussione della legge sulla legalizzazione dell’eutanasia e la legalizzazione della Cannabis. Di nuovo qui per chiedervi di aderire alla nostra iniziativa di riforma europea delle politiche sull’immigrazione Welcoming Europe (1 milione di firme entro metà febbraio da raccogliere). Di nuovo qui per chiedervi una rinnovata mobilitazione sul TAV e darci una mano sulla convocazione di un referendum consultivo che spazzi via i dubbi su cosa vuole la maggioranza dei torinesi. Di nuovo qui per chiedervi di essere con noi nella mobilitazione per la difesa dello Stato di diritto, della democrazia, della libertà di informazione contro la partitocrazia di ieri e contro la partitocrazia del cambiamento di oggi. Di nuovo qui nella convinzione che il Piemonte debba divenire sempre più Regione d’Europa contro chi mira a chiudere confini alle persone e limitare i commerci.
Igor Boni
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