Nella galleria d’arte Xippas di Ginevra è presente la mostra della fotografa parigina Bettina Rheims. È riduttivo definirla fotografa, Bettina Rheims, è stata attrice, modella, mercante d’arte, ma anche scenografa, pittrice, regista, sceneggiatrice, collaboratrice di importanti riviste come Elle, Marie Claire, Citizen K e realizzando campagne pubblicitarie di marchi come Chanel, Lancôme e Diane Von Fürstenberg.

L’artista oggi è conosciuta in tutto il mondo per la sua capacità di ritrarre l’universo femminile, mandando in frantumi qualsiasi stereotipo di genere.

Una figura di spicco della fotografia contemporanea che è riuscita a farsi largo in un mondo soprattutto maschile, sfidando talvolta l’ira delle femministe, ma alla fine divenendo lei stessa un’icona.

Un’educazione al bello coltivato già da piccola, perché sempre attorniata da artisti e scrittori, figlia di Maurice Rheims, esperto d’arte, pittore vicino a Picasso, nonché nipote di Alix Rothschil, mecenate e donna libera, ed amicizie considerevoli come con il mentore Helmut Newton.
Fin dagli esordi Bettina Rheims focalizza il suo interesse sulle donne, infatti inizia la sua carriera nel 1978 con una serie che già annunciavano la sua ossessione per il corpo femminile, come lei stessa afferma “Amo la carne. Sono un fotografo della pelle “.

Da allora, la rappresentazione e la costruzione della femminilità, sono diventati il perno del suoi lavori, che le permettono di dare voce alle questioni di genere e del mondo della moda.

Bettina Rheims, da sempre disarmante, eclettica, mai scontata ha ottenuto il riconoscimento della critica, grazie alla teatrale serie di ritratti raffiguranti spogliarelliste e acrobati, aggiudicandosi, a soli 29 anni, la possibilità di esporre le sue opere in una mostra da solista al Centre Pompidou.

Le fotografie presentate alla Galleria Xippas sono state realizzate tra il 1994 e il 2013 e sono le immagini più rappresentative dei suoi lavori.
Tra le tante foto, è esposto il memorabile scatto “Breakfast”, della Bellucci in versione Salomé, che siede a tavola concentrata nel versare una boccetta di sangue nel piatto, ossia ketchup su spaghetti raffermi. In posa seducente, si tocca le labbra, rosso Ferrari, e viene da pensare che l’appetito è più dei sensi che del resto.

La mostra presenta, ritratti di donne più o meno conosciute dal grande pubblico, modelle androgine, travestiti, transessuali, immerse in scenari quotidiani, in pose lascive, riprese con straordinaria forza espressiva, cariche di pathos; immagini maliziose, a volte provocatorie, inquietanti, altre volte celestiali. Le immagini, ad ogni modo trascendono i codici estetici di erotismo imposti dall’immaginario maschile, al fine di dare una nuova immagine di femminilità; dove la donna non solo si espone, ma si libera, decostruendo la sua immagine mentre scopre il suo corpo.

L’identità spinta oltre il genere e una nuova estetica, restituisce così una immagine pulita e contemporanea. Bettina Rheims, fotografa le emozioni che la pelle non trattiene, le innumerevoli sfaccettature della delicata fragilità e della forza.

La “donna in posa” non è più donna oggetto, o eroina che ammalia, ma una donna determinata ad affermare se stessa, la propria vita, catturata nella sua essenza più intima, ossia l’anima. L’installazione, rue Vieux-Billard-rue des Bains, occupa tutta una stanza, dove anche il soffitto, è coperto con enormi frammenti, brandelli di donne ovunque lacerata con cura, un’accurata costruzione sia intellettuale che visiva grazie alla sua meticolosa regia, in cui niente è lasciato al caso.

Opere di grande impatto visivo, dove è meraviglioso trovarsi immersi nel turbinio prorompente delle donne consapevoli e disinibite che fanno sorgere domande introspettive, che meritano una ricerca accurata nel cercare delle risposte.
Il mondo, che ci arriva dal suo obiettivo, è un universo conturbante di colori, di grazia ma dai dettagli imperfetti. Un mondo interiore dove carpire i pensieri, penetrare l’intimità più profonda, restando sedotti dalla sensibilità e dalla forza artistica di Bettina Rheims.

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