D: Chi è Renzo Samaritani?

R: E’ un ragazzone di cinquant’anni che, da sempre, ha una grande passione per la scrittura, la buona cucina, il lavoro nel campo delle comunicazioni, l’esplorazione culturale. Da bambino mi capitava di andare con i miei genitori in un cimitero, guardavo mamma e papà con aria stranita perché mi sembrava così chiaro che nelle tombe non ci fosse nessuno, che l’anima era da un’altra parte e non capivo come loro potessero piangere davanti a delle lastre di marmo. Guardavo le tombe e pensavo: “E’ ovvio che da qui l’anima non c’è mai passata, esce dal corpo ed entra direttamente in un altro… è così chiaro!” Era come aver dentro di me le prove scientifiche dell’esistenza della reincarnazione. Lampante, ma allo stesso tempo non ebbi mai il coraggio di parlare di questa cosa con nessuno. Ci pensavo spesso, mi chiedevo chi fossi stato nelle vite precedenti. Da allora non ho mai smesso di pormi domande, e di leggere libri su argomenti spirituali.

D: Mini storia – ma non dire proprio tutto – se vediamo interesse del pubblico allora approfondiremo e se vuoi anche nel discorso familiare… tua madre.

R: Molti anni fa il mio veicolo preferito era la radio ma già utilizzavo anche internet, blog, forum, gruppi di discussione in cui sono venuto a contatto con diverse realtà. Il “Villaggio di Luce”, per esempio, e’ stato un’esperienza interessante in cui abbiamo approfittato del momento dei gruppi Yahoo! per raccogliere sognatori e ricercatori spirituali, scambiare esperienze e idee su un percorso che è stato utile a molti. Ho trovato anche importanti ispirazioni, imparato molto sulle tecniche antiche e moderne di catarsi psicologica e spirituale tramite il teatro, la letteratura. L’attuale Associazione è la naturale evoluzione del Villaggio, con il nuovo progetto “Sole e Luna” e’ nata l’idea di lavorare su me stesso in un modo nuovo, creativo, proiettando una mia “personalità letteraria” che fosse libera dalle limitazioni quotidiane, una specie di “doppelganger” che viaggiasse intrepido nei territori del sogno, delle possibilità e ne riportasse tesori preziosi anche per la mia evoluzione nel mondo interiore reale. La protagonista dei miei romanzi, Stefania, era in condizione di fare qualunque cosa io avessi mai desiderato o sognato, aiutandomi a focalizzare e visualizzare.

Ormai lei è parte integrante della mia vita, è la mia migliore amica. Mi ha insegnato a scrivere, a esprimermi in modo creativo, è stato un regalo di valore inestimabile attraverso “Stefania, un’Anima in Viaggio”, “Stefania, Viaggio in India” e “Stefania, l’Incontro di molti Fiumi”. La mamma di Stefania costituisce la rappresentazione dell’archetipo “madre” della mia vita interiore. Mia mamma è Helga Schneider e le sue opere sono tradotte in tutto il mondo ma non c’è rapporto fra noi, viviamo a tre isolati e abbiamo conflitti irrisolti da quando me ne sono andato di casa, circa quando avevo vent’anni. Un giorno su di un apparecchio radiofonico m’imbattei in una Radio Krishna Centrale appena sbarcata a Bologna: una certa Parama Karuna stava dando delle ricette di cucina. Io ero completamente affascinato dai discorsi strani di questa mistica radio che parlava di un certo Krishna e che dava ricette vegetariane, rispondeva a telefonate in diretta e ogni tanto  partiva una canzone che diceva “Hare Krishna Hare Krishna Krishna Krishna Hare Hare Hare Rama Hare Rama Rama Rama Hare Hare”. Presi subito il telefono in mano e composi lo 055820161 (ricordo ancora il numero a memoria): rispose Claudio Rocchi, noto cantautore italiano che in quelle vesti si faceva chiamare Krishna Caitanya das, che subito mi arruolò per produrre delle trasmissioni da un, per ora solo virtuale, ‘studio RKC di Bologna’. E così spedii a Firenze una prova di un mio ‘Radio Italia’. Fu approvata e trasmessa, e da lì continuai. Andai anche al tempio di Castel Maggiore, in provincia di Bologna, a una e più ‘feste della domenica’. Poche settimane e già un certo Dayanidhi mi aveva convinto a trasferirmici. Mia madre si ribellò; s’informò in questura se suo figlio potesse vivere in un tempio, le dissero che un maggiorenne aveva ogni diritto di scegliere il proprio domicilio e la religione che più lo convinceva. Facevo ragionamenti che non poteva condividere e sostenevo concetti che trovava estranei, incomprensibili, proiettati in un mondo che lei definiva ‘arcaico’. Cominciarono discussioni, malumori, un abisso sempre più grande, alla fine un’incompatibilità insuperabile. Ma non era ancora finita… Nel 1995 lessi, sul Corriere della Sera, che Helga Schneider aveva scritto un romanzo e che era considerato un caso letterario. C’incontrammo e la rimproverai di aver raccontato la verità su sua madre, membro della Waffen SS e guardiana ad Auschwitz Birkenau, all’Italia intera. Il libro in questione è “il Rogo di Berlino”, ora un long seller. Che tutti sapessero di questa nonna ‘mostro’ mi metteva a disagio. Da un lato questa madre “fuori dai canoni” era molto stimolante. Lei scriveva e io fin da piccolo volevo scrivere. Lei amava fotografare e io la imitavo con una macchina fotografica finta. Lei dipingeva e anch’io volevo dipingere, poi mi limitavo a disegnare e con gli amici del cortile vendevamo le nostre “opere” su un panchetto improvvisato davanti al nostro palazzo. Lei trasmetteva alle radio libere e io andavo con lei a occuparmi della conduzione tecnica. Lei raccoglieva un gruppo di bambini e insieme a me ci portava in una tivù libera per realizzare una trasmissione dal titolo “La tavola verde”, per la quale abbiamo anche ricevuto un premio. Lei da piccolo mi trascinava nelle gallerie d’arte e io mi annoiavo da morire! Ma poi c’è stata la grande ferita, quando lei ha pubblicato il libro che raccontava di sua madre guardiana delle SS mentre io, suo figlio, ne ero totalmente all’oscuro.

D: Radio… e poi scrittore

R: Leggo e scrivo da sempre, da quando ero bambino. E’ una pratica fondamentale per la mia persona. Sono particolarmente legato alla Insostenibile Leggerezza dell’Essere di Milan Kundera perché dimostra come nella vita quello che
scegliamo e apprezziamo come leggero non tarda a rivelare il proprio peso insostenibile. C’è però l’arte di trasformare le cose pesanti in leggere. Yin e Yang possono essere tradotti approssimativamente come il lato in ombra (Yin) e il lato soleggiato (Yang) di una collina, con la mia Stefania cerco di imparare dalla vita come passare da una collina all’altra.

Il libro che mi ha affascina piu’ di tutti e’ La profezia di Celestino, di James Redfield. Quando l’ho letto per la prima volta ho subito sentito che parlava di una profonda e urgente verità, di qualcosa che avevo sempre cercato e che volevo esplorare. L’ho riletto un sacco di volte, con una gioia sempre viva e con sempre nuova ispirazione e soddisfazione. Mi piacciono anche i brevi testi poetici, che esprimono sentimenti, sensazioni e riflessioni profonde, come le poesie giapponesi, che sono dei piccoli gioielli. Quello che pero’ leggo di piu’ sono gli articoli di informazione alternativa.

D: Il tuo matrimonio, la tua energia, il tuo futuro… racconta.

R: Se esistesse un “gene dello scrittore” si troverebbe probabilmente nel mio DNA… Mia madre scrive da quando era bambina e lo faceva anche suo padre. Io ho sempre saputo, fin dai primi anni delle elementari, che sarebbe stata la mia strada.
Si tratta di una vera e propria necessità per me: faccio molta fatica a comunicare a voce, anche con le persone che hanno un posto importante nella mia vita. Le cose che voglio dire, ho bisogno di scriverle. Sarà timidezza, sarà il vantaggio di poter riflettere meglio su ciò che si vuole esprimere, sarà la possibilità di ricordare meglio ciò che si è vissuto e percepito. Comunque resta il fatto che scrivere è importante per me come il cibo quotidiano.

Certamente l’esempio di mia madre mi ha ispirato e offerto l’opportunità di osservare da vicino la vita di una scrittrice affermata e le realtà del mondo editoriale, ma preferisco fare da solo le mie scelte, sia per lo stile che per gli argomenti, che per le collaborazioni letterarie. Credo che si tratti di un processo di crescita personale del tutto naturale e desiderabile. Poi l’amore, quello vero, quello che arriva dalle vite precedenti, la persona che da sempre insegui e che t’insegue, Massimiliano, l’uomo con il quale mi sono unito civilmente grazie alle nuovi leggi italiane, naturalmente modificherà la mia scrittura, entrerà nel futuro di Stefania anche se in realtà era già ben presente per chi ha letto bene i romanzi della saga.

D: I tuoi prossimi impegni

R: Un numero crescente di persone si sta rendendo conto del fallimento e dei pericoli imminenti creati dallo sviluppo non-sostenibile a livello globale, dei difetti del sistema economico, sociale, politico, culturale dell’occidente ed è in cerca di un’alternativa fattibile, che risolva i gravi problemi in cui si trova il genere umano.

Siamo all’alba di un nuovo capitolo della storia umana, il vecchio stile di vita si sta esaurendo – nel bene e nel male. Voglio parlare di tutto questo nei miei prossimi romanzi.

D: Perchè un uomo col tuo forte carattere e cultura non ha mai pensato ad una carriera politica?

R: Politica non è un mestiere, è un servizio. Ma nel senso di servire, non di servirsi o circondarsi di servi. (Cit. Marco Travaglio)