Fragorosa caduta…di stile da parte di Sofia Goggia, la 29enne sciatrice azzurra protagonista di una straordinaria medaglia d’argento alle Olimpiadi invernali di Pechino 2022, conquistata dopo poco più di venti giorni da un serio infortunio.
Lontana dalla pista, però, Sofia Goggia è incappata in un trabocchetto, sotto forma di un’intervista concessa al “Corriere della Sera”: tra le tante domande, un paio delle risposte della sciatrice ha scatenato la reazione del mondo sportivo e della comunità LGBTQ. Quando le è stato chiesto, in particolare, cosa ne pensi dell’eventuale partecipazione di atleti transgender a gare femminili, ha risposto: “A livello di sport, un uomo che si trasforma in donna ha caratteristiche fisiche, anche a livello ormonale, che consentono di spingere di più. Non credo allora che sia giusto”. Opinione personale, certo. Condivisibile o meno, ma pur sempre una legittima opinione personale.
Ma la risposta che meno è piaciuta è stata quella, inutilmente sarcastica, data alla domanda sulla presenza di omosessuali nel “circo bianco” dello sci. “Tra le donne qualcuna sì, tra gli uomini direi di no. Devono gettarsi giù dalla Streif di Kitzbühel…”, ha ironizzato la Goggia. Come se lei fosse Wonder Woman e come se ci volesse più coraggio ad essere sciatori che a scegliere una vita reale, senza sotterfugi, sfidando quello che resta – ancora troppo – di pregiudizi e ironie, proprio quelle esternate dalla Goggia. Che poi si è scusata: “Mi dispiace e mi scuso con tutte le persone che si sono sentite offese per la frase che è uscita nell’intervista del Corriere della Sera che, sicuramente, quando l’ho pronunciata, non voleva essere di natura discriminatoria”.
Scuse accettate.
Ma la prossima volta, Sofia, indossi meglio il caschetto (con quello che c’è sotto).

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