Il Festival di Sanremo ha invitato Drusilla Foer, poliedrica artista nata dalla fantasia di Gianluca Gori. Finalmente il Festival si è accorto di essere nell’anno 2022 e ha scelto una donna di teatro piena di talento e d’ironia, una signora con i capelli bianchi elegante – anzi eleganzissima, come si definisce lei.

Drusilla sarà co-conduttrice del Festival di Sanremo per una sera insieme ad Amadeus: una nobildonna toscana raffinata e stravagante con la chioma bianca e un invidiabile curriculum. Si definisce “una soubrette anziana”, ha un suo spettacolo teatrale (Eleganzissima), ha scritto un libro e non è affatto nuova alla televisione. Durante la pandemia ha spopolato su Instagram con i video in cui bisticcia al telefono con la governante Ornella. Ha tutte le carte in regola, insomma, per essere la vera stella del palco dell’Ariston: spassosa, colta, chic.

Con la sua presenza a Sanremo Amadeus ha dimostrato grande intelligenza contrariamente a quanto accadde nel lontano 2003 sotto la conduzione di Pippo Baudo, quando al “dopo festival” erano previsti Vittorio Sgarbi e la nota attrice trans Cristina Bugatty, famosa per aver recitato con registi del calibro di Ozpetek. Che ci sarebbe stato qualche problema di “comprensione” con Vittorio Sgarbi, Baudo lo aveva messo in conto. Fortemente voluto dall’allora direttore di RaiUno Del Noce aveva subito proposto nel suo Dopofestival una serie di personaggi “pittoreschi”: dalla vedova del pittore Balthus, ad un monaco Zen, all’ ex viceGabibbo Stefano Salvi, fino al trans David Capena, in arte Cristina Bugatty, apprezzata per le sue doti canore anche da Fiorello. Pippo Baudo però non nascose mai di non gradire un Dopofestival en travesti. «Io sono un intransigente rispetto alle idee ma mai nei confronti delle persone» sostenne invece Sgarbi. «è come se Baudo avesse detto: “Non voglio i negri, non voglio i travestiti”. Nessuno può dire no a priori. Non mi piacciono i soprintendenti. La sua non è una direzione artistica ma un’ ipoteca culturale. Lui generalizza e così discrimina. Non si fa. Azzardando un paragone, il comportamento di Baudo lo metto a confronto con quello di Tareq Aziz che non ha voluto rispondere ad un giornalista perché israeliano. Ecco, io sono come Veltroni che non ha voluto ricevere Aziz».

Sanremo è lo specchio di un Paese, ma il Paese cambia. Amadeus sa che per rimanere un evento nazionale, Sanremo deve fare i conti con le nuove istanze sociali: lo ha dimostrato con la vittoria dei Maneskin e con le performance di Achille Lauro (bacio a Boss Doms incluso).