Insieme al Prof. Mauro Salizzoni – siamo entrambe eporediesi oltre che colleghi in Consiglio Regionale – abbiamo preso l’ormai celebre treno delle 7.42 da Ivrea a Torino.

La tratta è operata con i treni bi-modali della Valle D’Aosta ai quali, per caratteristiche tecniche, non possono essere aggiunte carrozze come avviene per gli altri treni.

Per questa ragione succede ogni mattina, ed ogni sera al rientro verso Aosta, che i posti a sedere si esauriscano in fretta e che, molto spesso, le persone non solo facciano il viaggio in piedi ma anche in evidenti, o quantomeno percepite, condizioni di affollamento, nonostante le rassicurazioni di Trenitalia sul rispetto dei limiti di capienza imposti dalla legge.

Abbiamo verificato che le condizioni in cui sono costretti a viaggiare i pendolari piemontesi sono davvero disagevoli. Lo sarebbero in condizioni normali e lo sono, a maggior ragione, in questi mesi di post emergenza covid durante i quali dovremmo introdurre ogni iniziativa tesa a favorire il ritorno in sicurezza dei cittadini al trasporto pubblico collettivo e quindi più sostenibile.

Nell’immediato la Regione Piemonte dovrebbe agire con urgenza e determinazione perché la situazione rischia di peggiorare qualora la Valle D’Aosta dovesse mettere in pratica una tariffazione differenziata per i treni di sua competenza e si materializzasse la soppressione delle fermate intermedie che solo temporaneamente siamo riusciti a scongiurare.

Il nostro focus sulla Ivrea – Torino ha scoperchiato un problema che è, purtroppo, molto diffuso a livello regionale: analoghi problemi sono stati messi in evidenza sulla Torino – Ceres, oggi limitata a Borgaro; le associazioni dei pendolari denunciano una situazione molto critica a Biella con viaggiatori che, spesso, si fanno “in piedi” e “molto vicini tra di loro” tratte che prevedono lunghi tempi di viaggio. Non va meglio nelle altre province piemontesi.

Europa e Governo destineranno alla mobilità sostenibile più di 30 miliardi del PNRR che, in gran parte, sono riservati al trasporto ferroviario. Grazie a queste risorse, per esempio, la linea Aosta – Ivrea sarà elettrificata.

E fin da ora, se volessimo tendere ad un servizio al livello di molti paesi UE, dovremmo pensare al raddoppio selettivo dei binari che consentirebbe la moltiplicazione dei passaggi.

L’eco mediatica di questi giorni sarà utile nella misura in cui la Regione saprà definire il rapporto contrattuale con Trenitalia dando un segnale preciso ai piemontesi: il trasporto pubblico collettivo, come ci fanno capire le tante risorse UE e nazionali, è lo strumento più efficace per garantire sostenibilità ambientale.

Il fatto che, nonostante tutti i disservizi documentati, molti piemontesi si affidino ancora alla mobilità pubblica dimostra quanto siano sensibili rispetto al futuro.

Naturalmente si attendono, da parte delle istituzioni, la garanzia di un servizio adeguato alle loro legittime attese. E su questo punto, per ora, ora i lavori “restano” in corso.