D: Dott. Viale cosa pensa d Marrone?

R: Marrone la mette in caciara. Il suo obiettivo è punire le donne che vogliono fare l’aborto tenendole recluse in ospedale.

D: Recluse?

R: E come definirebbe lei un ricovero obbligatorio, clinicamente non necessario. Peraltro sono ricoveri che la regione considera impropri.

D: Impropri?

R: I ricoveri per minaccia di aborto sono considerati impropri. Se in pronto soccorso ricoverassi donne in gravidanze iniziali con perdite ematiche o dolori verrei ripreso. La questione clinica è identica a quelle degli aborti spontanei, delle minacce di aborto e degli aborti ritenuti.

D: Marrone parla di complicanze …

R: Si arrampica sui vetri. Certo ci sono problematiche e criticità come per tutti gli interventi sanitari, solitamente meno gravi di quelle chirurgiche. Paradossalmente si rischia molto di più a portare avanti la gravidanza che abortire, qualunque tipo di aborto. Ogni anno in Italia alcune decine di donne muoiono in gravidanza. E’ una questione di scelte, non di rischi.

D: Come è la sua esperienza?

R: In Italia sono oltre 140.000 le donne che hanno utilizzato la RU486. In Piemonte oltre 25.000, 17.000 al S.Anna di Torino. Quasi tutte senza rimanere in ospedale.

D: E i consultori?

R: I consultori non fanno aborti. La legge 194, prevede da quarant’anni la possibilità di fare aborti in strutture funzionalmente collegate agli ospedali, quindi anche i consultori. Da tempo i consultori coesistono con gli ospedali nelle stesse aziende sanitarie, ma non si è mai fatto nulla.

D: E lei che ne pensa dell’aborto nei consultori?

R: Premesso che per me l’aborto si può fare a casa, come in tutto il mondo, il tema non mi entusiasma. Il punto è creare servizi dedicati agli aborti, volontari e spontanei, e ai piccoli interventi ginecologici per garantire professionalità e qualità. Nel contesto italiano mi sembrano forzature ideologiche premature. Pensi che c’è voluto il Coronavirus perché la Società Italiana di Ostetricia e Ginecologia prendesse un posizione formale per il Day Hospital.

D: E se Marrone dovesse vincere e la regione ordinasse il ricovero ordinario?

R: Sarebbe illegittimo e contro ogni buonsenso sanitario. La legge 194 è chiarissima, il ricovero solo “se necessario”. Il Day Hospital è un ricovero anche se due accessi su tre sono di fatto ambulatoriali senza bisogno d un letto. Persino la Lombardia ha deliberato il Day Hospital prima delle line guida nazionali.

D: Ma, se capitasse, lei cosa farebbe?

R: Eluderei l’imposizione. E’ già successo due volte. La prima durante la sperimentazione del 2004, quando le donne andavano a casa in permesso. La seconda nel 2010 quando il direttore generale mi ordinò il ricovero ordinario e la risposta fu il trucco delle dimissioni volontarie con il doppio ricovero ordinario. La donna non può essere trattenuta contro la propria volontà.

D: E poi passaste al Day Hospital?

R: Sì, perché ritenni deontologicamente indecente e professionalmente mortificante che la donna dovesse assumersi la responsabilità sanitaria di andare a casa. Io sono il medico e io mi assumo le responsabilità. Se lo ricordi bene Maurizio Marrone, che medico non è.

D: Altro da aggiungere?

R: L’aborto è un tema strano, inquinato dalla politica. Pensi che, quando la Regione decise di far pagare gli esami a chi rinuncia all’intervento, si dimenticarono delle IVG con la conseguenza paradossale la donna, in caso di ripensamento, avrebbe dovuto pagare gli esami. Nel centrodestra c’è sempre qualche assessore come Marrone, che gioca contro. Nel centrosinistra un silenzio tombale. Sarebbe l’ora che l’aborto sia considerato alla pari con gli altri servizi sanitari. Non una palestra muscolare sul corpo e sulla libertà delle donne.

Grazie Dott. Viale.