di Moreno D’Angelo

Dopo una lunga malattia si è spento il regista e sceneggiatore romano Stefano Landini.

Un grande appassionato di jazz. Non a caso tra tanti lavori, anche come documentarista, il suo lungometraggio di successo è stato quel 7/8, una rara e originale pellicola dedicata al jazz nel periodo fascista in una città come Torino.

E’ rimasto legato al Centro Sperimentale di cinematografia di Roma, in cui è stato allievo di regia , rimanendo un punto di riferimento costante per i corsi e nell’organizzazione  della Scuola Nazionale Italiana di cinema, sempre attento e vicino ai singoli allievi.

A fine anni 90 diresse “Stanley and us”. Amava Stanley Kubrick e fu uno dei pochi italiani a riuscire a penetrare nella dimora inespugnabile del grande regista americano, senza aiuti o agganci di alcun tipo.

“Uno degli esseri umani migliori fra i tanti che ho conosciuto nella mia lunga vita” così lo ha ricordato il regista Pupi Avati, con cui condivideva la grande passione per il jazz. Avati  lo ha seguito nell’ultima sua fatica cinematografica. Quel “Stolen Moments” che è riuscito straordinariamente a portare a termine nonostante l’aggravarsi del brutto male.  Ma sono tanti che hanno sottolineato la sua disarmante bontà. Un appassionato di cinema e jazz  che fin da bambino realizzava già cortometraggi in Super 8 , giocando ai soldatini con i fotogrammi dei film come Spielberg e Tornatore.

Ho avuto modo di conoscere Stefano che faceva parte di quegli amici che si ritrovano anni fa alle mie serate di musica e arte al Caffè del Progresso a Torino.  Lo ricordo anche in un bel momento condiviso a Roma sull’Isola Tiberina, durante la prestigiosa rassegna “L’isola del Cinema”, nel suo mondo di attori e addetti ai lavori della cinematografia non solo nazionale.

Solare, ironico, simpatico, attento e profondo, con lui era un piacere confrontarsi.  Ricordo con affetto, il suo sorriso, il suo accento romanesco le sue riflessioni mai banali. Stefano non si lamentava mai ma ricordo come mi avesse sottolineato la fatica e l’impegno che implicava il montaggio di un documentario.

Stefano ha vissuto esprimendo la sue passioni con dedizione totale.   Una passione come quella del cinema  corredata dalla volontà di documentare momenti storici, artistici, culturali, sempre  con il piacere di condividere con gli allievi e con chi aveva vicino la propria testimonianza senza mai far mancare un sorriso e una battuta.

Tra i suoi numerosi lavori cortometraggi, documentari ,che ha prodotto, montato e realizzato, riportiamo  la pellicola  “7/8” (2007), “Stolen Moments” (2024),  “Cocktail Bar – Storie Jazz di Roma, di note, di amori”.
Un lavoro ha documentato la storia di un vero  tempio del jazz a Roma: Music Inn.

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