Valentina Cera, consigliera metropolitana con deleghe alle politiche giovanili, sociali e di parità insieme alla tutela, racconta il suo impegno come attivista: i progetti realizzati con la Città Metropolitana e le sue opinioni sul nuovo governo.
Come nasce il suo impegno politico?
“Il mio impegno politico nasce come attivista per i diritti delle donne a Nichelino. Ricordo che ero attiva con Amnesty contro la violenza sulle donne. Da lì poi ho iniziato a camminare a livello locale con attivisti e attiviste come me. Due persone mi hanno fatto appassionare alla politica: uno era mio padre assessore a Nichelino con il sindaco Marchiaro e l’altro l’attuale assessore Azzolina (sempre a Nichelino) che è un amico leale fin dall’infanzia e compagno di cammino da sempre”.
Un suo bilancio sulle elezioni politiche in Italia, cosa dovremmo aspettarci dal nuovo governo?
“Il nuovo governo sta già dimostrando con i suoi primi atti le intenzioni, liberticide e discriminatorie sulle persone più deboli o più esposte al pregiudizio. Fermare, di nuovo, migranti ostaggio in mare, o cambiare il Codice penale aggiungendo un reato che non colpisce i rave come dicono ma potenzialmente tutte le manifestazioni di dissenso e protesta.
Proporre che delle cellule abbiano personalità giuridica, e siano quindi più importanti della persona che quelle cellule porta dentro. Affermare che non ci sia bisogno di leggi contro le discriminazioni e la violenza sulle persone della comunità LGBTQIA+ e dire loro di non disturbare, che hanno già oggi sufficienti diritti, sono i primi esempi chiari della direzione di questo governo della peggiore destra della Repubblica”.
Lei ha partecipato a diverse campagne elettorali tra cui l’ultima. Come sono cambiate nel corso degli anni?
“Le campagne elettorali sono per me e per noi un momento collettivo di attivismo e di partecipazione. Anche in questa ultima occasione la capacità di coinvolgimento di tanti ragazzi è stata la chiave per l’incredibile risultato ottenuto. Sempre più le campagne elettorali si basano sul denaro, noi l’abbiamo basata sulla partecipazione e non abbiamo sbagliato”.
Verdi-Sinistra Italiana ha avuto un buon risultato di voti nel cuore di Torino, che profilo hanno i vostri elettori?
“I nostri elettori sono giovani e meno giovani che credono nella giustizia climatica e nella giustizia sociale. Sanno che le due possono esistere solo insieme. Il buon risultato elettorale riguarda la città di Torino ma anche la sua provincia”.
L’ecologia, la crisi climatica, sono dei temi forti. Quanto la città metropolitana si sta impegnando e quale contributo sta portando il suo partito?
“Il cambiamento climatico è un tema così fondamentale che tutte le istituzioni ad ogni livello dovrebbero occuparsene. La Città metropolitana ha competenze di area vasta su alcuni aspetti specifici della cura del territorio e devo dire che il collega che ha quella delega se ne occupa con serietà e capacità. Per quanto riguarda me, grazie alla delega alle politiche giovanili, cerco di implementare azioni di formazione e di educazione ambientale, con progettualità partecipate e spesso ideate da ragazzi stessi. Anche in questo caso è una rivoluzione culturale che serve per dare il proprio contributo di lotta contro i cambiamenti climatici. Ovviamente è necessario che il livello nazionale e sovranazionale se ne occupi sempre più e sempre meglio. Alleanza Sinistra Verdi con il lavoro del suo gruppo parlamentare insieme a quello degli esponenti sul territorio continuerà a fare proposte concrete per la giustizia climatica e sociale”.
Continuano ad esserci episodi di discriminazione abitativa, quali sono le sue idee per arginare il problema?
“È vero, in Città Metropolitana qualche giorno fa abbiamo presentato con una conferenza stampa dal titolo provocatorio “Non si affitta agli stranieri”, un nuovo strumento, realizzato dal nodo metropolitano antidiscriminazioni e dalle associazioni Almaterra e Arteria, per segnalare e denunciare tali episodi di discriminazioni. È un nuovo semplice questionario che la vittima di discriminazioni abitative può compilare. Sarà un lavoro di raccolta dati capillare su tutto il territorio metropolitano”.
Allontanamento zero, voluto dall’assessora Caucino, è diventato legge. Cosa ne pensa?
“Penso che sia una legge pericolosa che lede il diritto superiore del minore. Umilia e mortifica anche economicamente il lavoro altamente professionale delle operatrici e degli operatori di tutta la filiera dei servizi sociali. Insomma, non è l’interesse del minore che conta ma l’idea arcaica della famiglia di sangue”.
Può raccontami alcuni progetti che ha seguito o che sono ancora in corso a cui è particolarmente legata?
“Un progetto ancora in pieno corso e che vorrò sicuramente proseguire ed ampliare è Porto Sicuro. In un momento in cui le persone, quelle più emarginate soprattutto, sembrano dover affrontare una società sempre più feroce, questo progetto di cura delle persone mi sembra necessario. Un porto sicuro capillare sul territorio che sappia prendersi cura delle persone della comunità LGBTQIA+ discriminate, a rischio violenza, magari sole ed in difficoltà è un progetto nel quale credo moltissimo e ringrazio il lavoro della Città Metropolitana di Torino, di tutto il nodo antidiscriminazioni e tutte le associazioni parte del progetto per il loro fondamentale lavoro quotidiano”.
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