“Un video, come quello che accompagnava la canzone Relax del gruppo pop Frankie Goes To Hollywood oggi sarebbe impensabile” così mi scrive un caro amico musicista con il quale condivido gusti musicali e qualche concerto. Il mio amico, grande esperto di storia del rock, mi spaccia infatti qualche pillola di conoscenza soprattutto in relazione alle vite esuberanti dei gruppi che hanno fatto strada nel panorama musicale internazionale. Così, alla mia domanda quale fosse stato il video degli anni ottanta più trasgressivo, senza ombra di dubbio mi ha indicato quello di Relax. Siamo nel 1983, quando i Frankie esordiscono proprio con questo singolo (inserito nell’album Welcome to the Pleasuredome del 1984). La canzone, inizialmente poco conosciuta, raggiunge inaspettatamente la vetta nel Regno Unito, diventando nel 1984 uno dei maggiori successi commerciali. Aiutata da una promozione e da un video a dir poco irriverenti, si aggiudica 1,91 milioni di copie in Inghilterra, ma lascia dietro di sé polemiche e critiche feroci per le immagini scabrose e le forti allusioni sessuali non convenzionali.
Già la campagna pubblicitaria a Relax, infatti, era iniziata sulle riviste specializzate con le foto dei due leader della band, Holly Jhonson e Paul Rutheford, vestiti da marinai e con scritte che recitavano “All the Nice Boys Love Sea Men” a cui faceva seguito “Frankie Goes to Hollywood are coming… making Duran Duran lick the sperm off their shoes… Nineteen inches that must be taken always” (ovviamente sia parola “venendo” allude a un doppio senso, così l’unità di misura allude ai centimetri di troppo). Il gruppo si distingue immediatamente sia per l’originalità della musica sia per il forte antagonismo verso i Duran Duran, considerati dai Frankie troppo fighetti. Il videoclip di Relax è smaccatamente un invito alla trasgressione nell’ambito della sessualità gay.
Ambientato, infatti, in un locale a tema, rappresenta una festa all’insegna dell’eccesso dove tutto è lecito. Un uomo grasso, dalle sembianze di un imperatore romano, intento a ricevere le cure di alcuni servitori, sembra dirigere il divertimento. Come un novello Nerone dà il via al cuore del divertimento, invitando da uno spalto a lasciarsi andare all’orgia ed eiaculando sulla folla festante. Si scatena quindi un baccanale surreale dove appare pure una tigre. Solo osservando bene le scene e leggendo tra le righe del testo, mi sono resa conto a cosa alludesse la parola Relax. È un invito a un giovane un po’ inibito e, evidentemente ancora all’inizio del suo coming out, a lasciarsi andare e a non avere paura di affrontare un rapporto anale. Pochi anni dopo un’altra canzone fece altrettanto scandalo per il suo videoclip fortemente allusivo. Mi riferisco a Etienne dell’artista francese Guesch Patti. La storia, raffinata e conturbante, allude infatti a un rapporto sessuale dove la simbologia del mondo sadomaso è particolarmente accentuata: dall’abbigliamento della cantante, che ricorda quello della castigata protagonista del film Secretary, dal frustino e per le evidenti scene di sottomissione di lei alla figura maschile. Così, mentre agli inizi degli anni ottanta, il mondo della musica esaltava la sessualità più trasgressiva e disinibita, i tabloid annunciavano la diffusione di una malattia che sembrava non perdonare chi amava liberamente. L’Aids, inizialmente, si pensava fosse circoscritto solo tra alcune categorie di persone quali tossicomani, omosessuali e i sessualmente volubili, poi, improvvisamente, quando si scopre diffuso anche tra gli eterossessuali, cambia il mondo. Ne vengono colpite icone del cinema e della scena pop; qualche famoso regista gira film per sensibilizzare l’opinione pubblica, e il mondo del jet set si impegna in campagne contro l’AIDS. Così ai Frankie Goes To Hollywood che dichiaravano “Relax” la signora Ciccone risponde nel 1984 con “Like a Virgin”.
ringraziamenti: l’autrice ringrazia il musicista Raffaele Del Prete in quanto fonte di ispirazione musicale