Tra il 1973 e 1974 il Partito Radicale lanciò il primo pacchetto referendario: 4 quesiti tra cui quello sull’abrogazione del concordato tra Stato e Santa Sede. Non si riuscì nell’impresa di raccogliere le 500.000 firme necessarie. Nel 1978, con alla guida del partito la prima segretaria donna della storia d’Italia, la torinese Adelaide Aglietta, si raggiunse l’obiettivo della raccolta firme ma la Corte Costituzionale boccio’ il quesito non consentendo agli italiani di poter decidere. La mannaia della Corte, per inciso, ha impedito da allora ad oggi di far esprimere gli Italiani su oltre 50 quesiti sui quali le firme erano state raccolte. Gli ultimi su eutanasia e Cannabis.
Il concordato del 1929, nato dal Fascismo, restò intatto fino alla sua revisione e alla firma del 1984 dell’allora Presidente del consiglio Bettino Craxi sul nuovo concordato tra lo Stato italiano e la CEI.
Dopo quasi un secolo dalla prima firma e dopo oltre mezzo secolo di lotte radicali per la laicità dello Stato, per dare corpo al motto “libere chiese in libero stato” dobbiamo riprendere il filo delle iniziative volte ad abolire il concordato, almeno nelle sue parti palesemente anacronostiche, fuori dalla storia. La religione, la religiosità non ha nulla a che vedere con i confessionalismi; il cordone ombelicale che per una parte della politica italiana, quella più reazionaria, lega il peccato con il reato va rescisso. Che significa in concreto? Abolire l’ora di religione nelle scuole (la parte storica relativa alle religioni è dentro il programma di storia). Via la legge truffa dell’8×1000, che consegna i soldi di chi non firma per nessuna confessione religiosa in proporzione a chi la firma la appone, con il risultato di dare alla Chiesa la quasi totalità del gettito di chi non ha fatto alcuna scelta. Via le agevolazioni fiscali concesse alla Chiesa. Ricordiamoci che proprio il Concordato è stato utilizzato dalle gerarchie cattoliche per combattere il pur criticabile DDL Zan.
La laicità è un valore per tutti, non credenti come credenti; un valore sul quale far crescere democrazia e stato di diritto. Il concordato non fa altro che creare privilegi e discriminazioni. Aboliamolo!

Igor Boni, Presidente di Radicali Italiani

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