Francesca Mannocchi è la vincitrice della V Edizione del Premio Wondy per la letteratura resiliente con il suo “Bianco è il colore del danno” (Einaudi editore).
L’Associazione Wondy Sono Io, in ricordo di Francesca Del Rosso, si adopera per sensibilizzare sulla capacità di trasformare le difficoltà della vita in opportunità. Nato nel 2018 Il ‘Premio Wondy – di letteratura resiliente – è rivolto alle opere letterarie che raccontano come fare fronte in modo positivo agli ostacoli della vita.
Francesca Mannocchi collabora con «La Stampa» e «La 7» oltre che con numerose testate, italiane e internazionali, e televisioni. Ha realizzato reportage da Iraq, Libia, Libano, Siria, Tunisia, Egitto, Afghanistan e oggi dall’Ucraina. Ha vinto vari premi giornalistici tra cui il Premio Ischia, il Premio Giustolisi e il Premiolino 2016. Ha diretto con il fotografo Alessio Romenzi il documentario “Isis, Tomorrow” presentato alla 75a Mostra internazionale del Cinema di Venezia. Per Einaudi ha pubblicato nel 2019 “Io Khaled vendo uomini e sono innocente”, con cui ha vinto il Premio Estense, e nel 2021 “Bianco è il colore del danno”.

Il libro
Il corpo di una scrittrice, in apparenza integro eppure danneggiato, diventa lo specchio della fragilità umana e insieme della nostra inarrestabile pulsione di vita. Francesca Mannocchi guarda il mondo attraverso la lente della malattia per rivelare, con una voce letteraria nuda, luminosa, incandescente, tutto ciò che è inconfessabile. Quattro anni fa Francesca Mannocchi scopre di avere una patologia cronica per la quale non esiste cura. È una giornalista che lavora anche in zone di guerra, viaggia in luoghi dove morte e sofferenza sono all’ordine del giorno, ma questa nuova, personale convivenza con l’imponderabile cambia il suo modo di essere madre, figlia, compagna, cittadina. La spinge a indagare sé stessa e gli altri, a scavare nelle pieghe delle relazioni più intime, dei non detti più dolorosi, e a confrontarsi con un corpo diventato d’un tratto nemico. La spinge a domandarsi come crescere suo figlio correndo il rischio di diventare disabile all’improvviso e non potersi quindi occupare di lui come prima. Essere malata l’ha costretta a conoscere il Paese attraverso le maglie della sanità pubblica, e ad abitare una vergogna privata e collettiva che solo attraverso l’onestà senza sconti della letteratura lei ha trovato il coraggio di raccontare.

Views: 29