Cathy La Torre, con “nessuna causa è persa” dà voce alle storie di ingiustizia, sottraendole al silenzio e all’indifferenza, perchè l’antidoto all’ingiustizia è l’empatia; la capacità di immedesimarsi nelle vite degli altri.

I diritti civili e sociali nel nostro paese sono costantemente sotto attacco, mentre le leggi che cercano di includere e integrare vengono messe in discussione, procrastinate. Intanto, quasi ogni giorno le cronache raccontano di violenze e aggressioni nei confronti di chi incarna una diversità.

Michele, nato Michela, il suo dolore di sentirsi lacerato perché si sente un uomo. Oppure Luca, omosessuale e cattolico, padre meraviglioso di una splendida bambina con la sindrome di Down. Ma anche Ada e la sua battaglia per diventare magistrato benché non vedente. E Alice, vittima di uno «stupro virtuale» a causa di alcune sue immagini finite su Telegram. O ancora suor Mariachiara, che si batte per vedere riconosciuta l’«autorevolezza» delle donne di Chiesa e intanto tiene sempre aperta la porta per chi ha bisogno del suo aiuto.

Ne risulta un intreccio di storie che ci parla di diritti negati e crimini d’odio, di omotransfobia e revenge porn, di nuove forme di genitorialità e leggi ancora tutte da scrivere.

Accompagnare le persone lungo un percorso di giustizia vuol dire anche questo: fare casino. Trasgredire regole ingiuste, e rendere accessibili i diritti a un numero sempre più grande di persone per raggiungere un diritto extralarge così «comodo e confortevole» da non escludere nessuno.