In questi giorni di campagna elettorale, i cittadini che vivono nelle periferie di Torino non chiedono la luna, vorrebbero solo aver maggior sicurezza e tutele.
Spaccio, degrado, sporcizia, valore degli immobili più che dimezzato, chi vive in periferia, oggi ha anche paura di uscire di casa. Una signora mi ha raccontato che ha paura di andare alla messa delle 18, perché spacciano di fronte al luogo di culto. Chi invece ha paura di prendere i mezzi pubblici dove vi sono numerose aggressioni, verbali o fisiche, sia ai passeggeri che al personale in servizio.
Le amministrazioni negli anni hanno lentamente abbandonato a se stesse le periferie, anche il mio partito ha delle grandi colpe nell’essere stato sordo alle richieste di quei cittadini che chiedevano solo legalità e tutele.
Bisogna ripartire dal presidio della legalità, aumentare il numero di forze dell’ordine sul territorio, i vigili urbani sono sotto organico, vanno attivati subito i concorsi, serve personale in strada per fare prevenzione e presidio nelle aree più complicate. Bisogna riportare in strada i cani antidroga, sono un ottimo deterrente.
Dobbiamo aprire un protocollo di sicurezza con l’esercito militare, come è stato fatto in passato per rendere Porta Palazzo più sicura. Lo dobbiamo a quei cittadini che si sentono abbandonati e non credono più nelle istituzioni. Lo dobbiamo a chi ha sempre rispettato le leggi e ora ha paura. Lo dobbiamo alla Città, perché i ghetti non sono umani, ma la creazione di una comunità multiculturale attiva si.
Ci vorrà del tempo, ma non dobbiamo arretrare su questo tema.
Luca Rivoira