A) Quanto e’ importante lo sport in ambito Lgbt ?
Lo sport specialmente di squadra è una situazione di aggregazione che aiuta chi decide di entrare a farne parte. in questo modo, chi sta affrontando il suo percorso di accettazione si sente “protetto” dal gruppo e nello stesso tempo ha altre persone con cui confrontarsi. pertanto lo sport è un mezzo importantissimo nel processo di accettazione che ognuno di noi ha affrontato e grazie al quale nessuno è da solo.
B) Quanti stereotipi o luoghi comuni avete dovuto affrontare durante il vostro percorso ?
Lo stereotipo più ricorrente è quello legato allo spogliato e a ciò che “accade” li nelle “fantasie” di chi sente parlare di squadra gay friendly. chiariamo subito: nello spogliatoio non accade nulla di ciò che l’immaginario possa pensare; siamo una squadra di calcio gayfriendly che quindi al suo interno ha ragazzi gay, etero, bisessuali ecc… e siamo lì per giocare a calcio, ma soprattutto siamo compagni di squadra, amici.
C) Competere con squadre LGBT non potrebbe essere meno stimolante che confrontarsi in un campionato tradizionale ?
Noi dei Toret partecipiamo regolarmente a campionati Uisp e ci confrontiamo con le altre squadre del territorio. allo stesso tempo partecipiamo ad eventi legati al movimento “un calcio all’omofobia” dove ogni squadra può partecipare e parlare di “calcio LGBTQ” non è corretto perchè lo sport non deve avere etichette. Noi siamo giocatori di calcio e non giocatori gay di calcio.
B) Il ricordo più’ bello che avete avuto a livello sportivo ?
Il ricordo più bello, sportivamente parlando, è stato sicuramente la nostra prima vittoria a livello di Toret Torino al torneo di Torre del Lago nel 2017; ricordo le mie lacrime di gioia e quelle di tutti i miei compagni di squadra, ricordo gli abbracci intensi avuti perchè avevamo raggiunto un obiettivo sportivo importante per il movimento. Credo che ricorderò per sempre quel momento con i miei amici.
E) Perche’ non pensare di portare la vostra storia nelle scuole ?
E’ sicuramente un obiettivo della nostra associazione anche se la strada da fare è lunga e tortuosa ancora perchè esiste ancora il pregiudizio e non tutti i responsabili delle scuole vogliono prendersi questa “responsabilità”.
F) L’ esperienza nonche’ la vostra passione quanto e’ stata contagiosa per le persone che vi circondano …?
Tutto è iniziato 10 anni fa con un gruppo di 7 ragazzi che giocavano a calcio, oggi il nostro movimento sportivo conta oltre 50 tesserati e centinaia di amici e simpatizzanti che non praticano sport ma che ci sostengono e partecipano ai nostri eventi sportivi e non.
G) Credo che sia una storia che meriti davvero di essere narrata ,avendo in se’ qualcosa di straordinario ?
Non è una storia “straordinaria” ma è una storia di “normalità”; quello che noi vogliamo raccontare al mondo è che siamo un gruppo di amici che amano lo sport nella piena di libertà di essere se stessi senza etichette e pregiudizi.
H) C’e’ stato qualche momento od un momento in cui c’e’ stato un qualcosa che vi ha messo in difficoltà’ e vi ha fatto pensare di abbandonare questo tipo di impegno ?
Mai avuto dubbi o tentennamenti sull’obiettivo da raggiungere e sullo scopo della nostra associazione; siamo in gruppo ed insieme si è più forti e nessun passo indietro è stato mai nemmeno pensato.
I) Il Mondo del calcio e’ accogliente verso la diversità’ o rimane un territorio spesso denso di omofobia piu’ o meno “velata”; e che preferisce evitare l’ argomento ? Sta’ cambiando qualcosa ?
Tutto il mondo sta cambiando ma ci sono realtà più lente in tale cambiamento e lo sport, soprattutto il calcio, è più lento in tale percorso di cambiamento. il calcio è lo sporto popolare per eccellenza e come tale ha un pubblico vastissimo e purtroppo nei grandi numeri è più facile trovare chi non comprende, chi è ostile e chi giudica senza conoscere. La non comprensione e l’ignoranza rimangono i nemici numero uno di movimenti come il nostro.
L) aveste possibilita’ di realizzare qualcosa di bello per il Team ..quale sarebbe il desiderio da esaudire ?
Il desiderio più grande? quello che tra i professionisti e nei loro spogliatoi possa cadere una volta per tutte “l’omertà” di nascondere la propria identità sessuale e poter vivere lo sport come giocatori e non come giocatori gay! ecco il desiderio più grande è quello di non avere più etichette!
ASDC Toret Torino
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