Per conoscere lo (sconosciuto) mondo delle carceri, abbiamo incontrato Alice Depetro, componente del Direttivo dell’Associazione Radicali Italiani Cuneo-Gianfranco Donadei. L’Assocazione aderisce al progetto “Devi Vedere!”, promosso dai Radicali Italiani: un progetto che si propone di abbattere tutte le barriere (e i pregiudizi) sul mondo carcerario e dei detenuti.
Può spiegare in poche parole l’attività del progetto “Devi Vedere!” rispetto agli istituti di pena?
“L’attività che andiamo a compiere è quella di aggregazione di qualsiasi persona voglia capire meglio il mondo carcerario, l’attività di formazione di queste persone e, infine, l’organizzazione delle visite negli istituti penitenziari per portare chi è interessato a conoscerli dall’interno”.
Quali requisiti devono avere coloro che vogliono approcciarsi a quest’associazione? Sia come organizzatori che come fruitori.
“I requisiti per gli organizzatori sono l’adesione formale e di intenti al progetto e, se possibile, una conoscenza pregressa del mondo carcerario. L’unico requisito per i fruitori è quello della curiosità rispettosa verso quel mondo: le carceri sono una realtà chiusa alla cittadinanza e, quindi, sconosciuta. Noi accogliamo quelle persone che vogliono capirci di più e vedere con i propri occhi com’è un carcere, rispettando chi ci lavora e chi ci vive”.
Quali azioni ponete in essere in ambito carcerario?
“L’attività più importante è la visita nelle carceri, portando con noi chi vuole vedere com’è davvero all’interno. Questo serve per far conoscere alle persone che vengono con noi come lavora la Polizia Penitenziaria, quali problematiche riscontra, come vivono le persone detenute, quali difficoltà incontrano e com’è strutturato il carcere a livello organizzativo. È fondamentale anche la parte di formazione delle persone che accompagniamo in carcere, perché permette di avere degli strumenti base di conoscenza, comprese le regole da seguire durante la visita”.
A quali valori vi ispirate?
“Ci ispirano il rispetto dei diritti umani e il garantismo. Vogliamo che ogni persona dentro le carceri, che ci viva o che ci lavori, sia rispettata in quanto persona e che abbia dei diritti garantiti e una propria dignità. E abbiamo una visione semplicemente tecnica, e non preconcetta, della pena e della condanna”.
Cosa è per voi la pena detentiva?
“La pena detentiva è quella che priva il condannato della sua libertà personale, facendolo vivere in un istituto penitenziario o agli arresti domiciliari. Per noi la pena detentiva dovrebbe essere l’estrema soluzione, applicata solo a chi è pericoloso, se lasciato in libertà, lasciando spazio a quelle pene che si concentrano molto di più sulla riabilitazione della persona rispetto alla privazione della libertà”.
Il percorso di inserimento inizia già dentro le carceri?
“Il percorso di inserimento dei detenuti a fine pena nel mondo del lavoro dovrebbe iniziare già dentro le carceri, ma purtroppo pochissime realtà sono così virtuose. La maggior parte degli ex detenuti si ritrova solo e senza aiuto una volta fuori dal mondo carcerario”.
Quali sono le azioni che ponete in essere per attuare i vostri obiettivi?
“Come organizzatori, noi pianifichiamo visite per far conoscere il carcere a chi non lo ha mai visto né studiato. Quindi principalmente ci mettiamo nelle condizioni di raccontare e far vedere il mondo carcerario a chi lo vuole conoscere. Secondariamente, cerchiamo di capire, durante le visite, se ci sono problemi e, quindi, ci poniamo come portavoce di chi ce li segnala alle autorità competenti esterne”.
Quali bisogni soddisfa la vostra attività?
“Sicuramente il bisogno di conoscenza e di divulgazione di un mondo così chiuso e quasi misterioso per la società civile. E poi, siamo tra le poche realtà che vogliono e possono farsi carico di alcuni problemi della Polizia Penitenziaria e dei detenuti”.
Una domanda che non le ho fatto e avrebbe voluto che le facessi.
“Perché aderire al vostro progetto “Devi Vedere!”, promosso da Radicali Italiani?” Perché sono sicura che l’interno di un carcere e la sua organizzazione, tu, lettore o lettrice, non l’abbia mai vista. Perché guardarlo e analizzarlo con i tuoi occhi, dialogando con chi è all’interno, smonta pregiudizi e aumenta la conoscenza”.