La Giornata Internazionale della Donna affonda le sue origini nel 1908 con i primi scioperi e rivendicazioni a New York. Il 3 maggio 1908 Corinne Brown prese parola in una conferenza del partito socialista e nel suo intervento affrontò la questione dello sfruttamento da parte dei datori di lavoro, un orario di lavoro intollerabile con una misera paga. Si affrontarono temi sulla discriminazione sessuale e sul diritto di voto alle donne. Si dovrà aspettare il 1977 per dichiarare l’8 marzo come “Giornata delle Nazioni Unite per i diritti delle Donne e per la pace internazionale”, con il riconoscimento da parte dell’ONU. Si scelse come simbolo la mimosa, il fiore che i partigiani regalavano alle staffette, selvatica, con la sua fioritura nei primi giorni di marzo.
Molti dei diritti oggi appaiono scontati alla maggior parte delle donne: lavorare, divorziare, studiare, al contrario sono frutto di battaglie con la quale la donna è riuscita ad emanciparsi. Questa commemorazione non è la festa delle donne, l’8 marzo è la festa dei diritti delle donne, ricordando che dietro questa giornata ci sono secoli di lotta sociale. Che tale giorno possa creare un momento di riflessione e confronto, per dire no alle violenze e per porre le basi ad un futuro migliore.