Perché non ci deve essere un crocifisso, né simboli religiosi, nella sala dove si riunisce il Consiglio Comunale? Semplice, perché essa è l’immagine dei rapporti tra i cittadini, tra le loro idee e le loro fedi, coniugando il valore storico del luogo con quello civico di rappresentanza della città e della comunità che la abita e la costituisce.
Tra le finalità perseguite dal Comune vi è quella di tutelare e promuovere i diritti costituzionalmente garantiti attinenti alla dignità e alla libertà delle persone. L’uguaglianza di tutti cittadini, senza distinzione di religione, è sancito dalla Costituzione italiana. Uno dei valori fondamentali della persona è proprio quello di coscienza, anche in relazione alla esperienza religiosa, intesa sia come “libertà di culto” sia come “libertà di non culto”.
Non si tratta solo di superare ogni discriminazione tra la ex “Religione dello Stato” e gli altri culti, ovvero tra i cittadini che professano una fede religiosa e quelli che non professano alcuna convinzione religiosa, ma di riaffermare il principio supremo di laicità come fondamento della Istituzione Comunale. Non ha, quindi, alcun valore ogni argomentazione che si basi sul maggiore o minore numero di appartenenti alle varie confessioni, come non è possibile imporre come valore universale il simbolo di una specifica religione. Il crocifisso è cosa ben diversa da un’opera d’arte storica, a soggetto religioso, come il dipinto di Amedeo Augero, collocato nel 1861, che ritrae l’arcivescovo durante il voto fatto in occasione del colera.
Sono ridicole le obiezioni di chi lo riduce ad una questione di poco conto o di chi accusa chi lo vuole rimuovere di sentirsi offeso dal crocifisso. Io non mi sento offeso dal crocifisso, ma da coloro che impongono per marcare uno spazio di tutti i cittadini. Rimuovere quel crocifisso non toglie nulla a nessuno, non lede alcun diritto, ma riconosce pari dignità a tutti i cittadini. La sala del Consiglio Comunale deve unire, non ostentare di un simbolo religioso che divide.
Silvio Viale – Comitato nazionale Radicali Italiani