Paola Binetti sarà consulente a titolo gratuito della Commissione sui diritti umani istituita a Palazzo Madama. L’ex senatrice del Pd e poi dell’UDC, con le idee retrograde che rappresenta, torna a dare il suo pessimo contributo esattamente in un luogo dove non avrebbe alcun titolo per mettere piede: la Commissione Diritti Umani.
Di diritti negati Paola Binetti è esperta. L’ex TeoDem era quella che mai e poi mai avrebbe votato una legge che riconoscesse qualche diritto alle coppie omosessuali (figuriamoci per il matrimonio egualitario che noi vorremmo introdurre), così come è la stessa pronta a negare l’accesso all’aborto a chi vuole interrompere la gravidanza. Che sia stata coinvolta come consulente in una commissione che dovrebbe occuparsi di diritti negati è paradossale.
Intendiamoci: io difendo fino allo stremo la possibilità di Paola Binetti di agire nella sua vita nel modo che ritiene più opportuno, di professare la sua fede o il suo credo politico, di tentare in ogni modo lecito di convincere altri a fare come lei, di fare proselitismo. Il discrimine netto, invalicabile, che ci separa è che io non voglio imporre a nessuno i comportamenti che credo giusti per me mentre Paola Binetti, come ogni fondamentalista di ogni religione o ideologia, vuole imporre per legge cosa ritiene essere Giusto per lei e impedire per legge ciò che ritiene riprovevole. La confusione clericale tra “peccato” e “reato” è il cortocircuito nel quale parte della nostra politica ancora oggi cade inesorabilmente. Spesso, va detto, più per convenienza che per convinzione.
Si può essere convinti cattolici, mussulmani, ebrei, buddisti, atei o agnostici ed avere un approccio completamente laico alla politica. Quando le proprie convinzioni divengono strumento, arma politica, per limitare la libera scelta degli altri si entra nel fondamentalismo. Lo stato laico garantisce tutti, al contrario qualsiasi clericalismo presto o tardi si ritorcerà contro chi lo ha professato. Benvenga quindi ogni confronto politico con Paola Binetti ma certo vederla occuparsi di diritti umani ha un po’ il sapore della beffa e non promette nulla di buono.
Igor Boni – Presidente di Radicali Italiani
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