Ci sono realtà dove la voglia di libertà che guarda all’Europa viene pagata a caro prezzo.
E’ il caso della Georgia. Il piccolo paese caucasico, ex repubblica sovietica, è stato protagonista di perduranti proteste, fino all’elezione, come candidato unico, boicottata dall’opposizione, del nuovo presidente filorusso, il 54enne Mikheïl Kavelachvili, in carica dal 29 dicembre 2024.

Nella Georgia attuale, l'Europa è presente solo nella bandiera...Nella foto: il presidente georgiano Mikheil Kavelashvili.
Nella Georgia attuale, l’Europa è presente solo nella bandiera…
Nella foto: il presidente georgiano Mikheil Kavelashvili.

Ma ora cosa succede?
A quasi un anno da quei cartellini rossi, con cui i manifestanti indicavano il loro dissenso al nuovo presidente di estrema destra (ex calciatore, attaccante anche nel Manchester City e della nazionale georgiana), al posto della presidente filo-europea Salomé Zourabichvili (73 anni), tutto sembra normalizzato.

L'ex presidente europeista Salomé Zourabichvili in visita da Mattarella.
L’ex presidente europeista Salomè Zourabichvili in visita da Mattarella.

A quanto pare, il nuovo presidente anti-occidentale, parlamentare dal 2016, co-fondatore del partito Potere Popolare, alleato con l’altro partito “Sogno Georgiano”, è riuscito a cloroformizzare il paese sul modello bielorusso.

Un’elezione quanto mai contestata, a cui l’opposizione non prese parte, considerandola una farsa illegittima.  Ricordiamo che per la prima volta la nomina non è avvenuta attraverso il voto dei georgiani, ma dei deputati dell’Assemblea nazionale e dai delegati regionali (300 persone in tutto).

La sconfitta dell’opposizione, per lungo tempo rimasta coraggiosamente in piazza a Tbilisi e in tutti i principali centri del paese, con i vessilli nazionali ed europei, nonostante arresti e scontri, si era di fatto già registrata nelle discusse elezioni del 26 ottobre 2024, che videro le forze favorevoli all’integrazione con l’Unione Europea sconfitte dai populisti di “Sogno Georgiano”. Una formazione vicina a Mosca, che ha imposto una svolta conservatrice e autoritaria, che ha comportato il congelamento dei negoziati con l’Unione europea. Un quadro che, oltre al ricorso a sistematici arresti degli oppositori politici e di chi intendeva diffondere notizie sullo scontro in atto, ha visto approvare leggi repressive e contro i diritti Lgbtq+.

Una svolta repressiva denunciata da Amnesty International, Human Right Watch e da altre ONG. Organizzazioni umanitarie che hanno puntato il dito anche sul nostro governo, rimasto silenzioso agli appelli che denunciano la ormai sistematica deriva autoritaria portata avanti da “Sogno Georgiano”.

Purtroppo, nelle moderne autocrazie, è pratica ricorrente l’arresto dei leader politici di opposizione (come il sindaco di Istanbul in Turchia).
In Georgia non si parla più di chi è finito dietro le sbarre, come l’ex presidente Mikheil Saakashvilii (in carica dal 2004 al 2007 e dal 2008 al 2013), con una condanna di 12 anni, e di diversi giornalisti di testate indipendenti finiti reclusi in attesa di processo.

L'avvocato di Saakashvilii denuncia le gravi condizioni di salute dell'ex presidente della Georgia: sarebbe stato avvelenato in carcere.
L’avvocato di Saakashvilii
denuncia le gravi condizioni di salute dell’ex presidente della Georgia: sarebbe stato avvelenato in carcere.

Le scene delle imponenti manifestazioni di Tbilisi e dei lacrimogeni e idranti della repressione, frequenti sui media occidentali fino alla fine del 2024, ora sono solo un ricordo, che non cancella la disperazione di chi è vittima di arresti arbitrari. Questo in un paese in cui alla macchina repressiva si aggiunge la mano pesante di un sistema giudiziario ormai sotto controllo, che può incarcerare chiunque protesti e in cui sono disattesi alcuni articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.

Un paese, la Georgia, in cui diventa sempre più difficile anche denunciare quanto accade a seguito di leggi “contro gli agenti stranieri”, che limitano l’attività di ONG e media.

Un approccio che mina lo Stato di diritto e viola gli impegni internazionali assunti dal Paese, diviso tra i tanti che aspirano al sogno europeo e coloro che lo osteggiano per restare nell’orbita di Mosca.

Il silenzio a livello comunitario del governo italiano nel denunciare la progressiva erosione democratica e la repressione in atto da tempo a Tbilisi potrebbe essere letto come un silenzioso avallo verso chi detiene il potere, con il pugno di ferro, in Georgia. Certo, una comunità europea coesa avrebbe un altro peso su queste vicende.

La vice-presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno.
La vice-presidente del Parlamento europeo, Pina Picierno.

In questo quadro, il 19 novembre una delegazione di Europa Radicale, che ha monitorato le truffe elettorali a Tbilisi del 26 ottobre 2024, presenterà in Parlamento un dossier sulla Georgia, con la vicepresidente del Parlamento europeo Pina Picierno, insieme ai senatori Ivan Scalfarotto (Italia Viva), Marco Lombardo (Azione) e altri parlamentari e associazioni.