Il governo Meloni continua la sua feroce crociata anche contro i poveri animali, scegliendo di sacrificare la vita di creature indifese per fare gli interessi di finanziatori e lobby alleate. Dopo aver consentito una mattanza di fauna selvatica senza precedenti delegando strapoteri ai loro Presidenti di regione e agli amici cacciatori; dopo aver presentato un emendamento per riaprire i laboratori lager per esperimenti in stile Green Hill; dopo il vergognoso disegno di legge sulla caccia presentato di recente che autorizza attività venatoria indiscriminata e lo sterminio di numerose specie classificate fino ad oggi come protette; ora se la prendono persino con le creature innocenti schiavizzate nei circhi.
Ma facciamo un passo indietro. Il 13 luglio 2022 la Camera dei Deputati aveva approvato in via definitiva la nuova Legge sullo Spettacolo, che prevedeva la fine dello sfruttamento degli animali nei circhi. Il provvedimento avrebbe dovuto essere completato da un decreto attuativo entro 9 mesi, per porre fine all’immane sofferenza di oltre 2.000 creature ancora oggi costrette a esibirsi in circa 200 attività circensi presenti sul territorio italiano.
Eppure, il governo ha lasciato scadere i termini previsti, ignorando volontariamente il passaggio decisivo. Il ministro Sangiuliano, a cui spettava il compito di portare il decreto in Consiglio, era evidentemente troppo indaffarato a sistemare in politica l’amante; poi è arrivato il sostituto Giuli e con lui, esattamente una settimana fa, la maggioranza politica in Senato ha voltato le spalle a migliaia di esseri viventi e senzienti che ogni giorno subiscono abusi e sofferenze.
Il 24 luglio infatti, l’Aula di Palazzo Madama (con 56 voti favorevoli, ossia tutti quelli dei tre partiti di maggioranza, più qualche voto dei centristi come Maria Stella Gelmini e Giusy Versace) ha detto sì alla proposta di proroga del Ministro della Cultura rinviando di un anno e mezzo (fino al 31 dicembre 2026) la possibile entrata in vigore della Legge in questione. Un’ennesima vergognosa occasione mancata per un cambiamento sociale, culturale ed etico e una decisione che tradisce la volontà della stragrande maggioranza degli italiani (l’80% secondo un sondaggio condotto da Doxa per LAV) che da anni chiede lo stop a questa “tradizione” obsoleta e crudele.
“L’ennesimo rinvio – ha commentato la Lav – che rappresenta una continuazione della condanna per oltre 2mila animali ancora oggi costretti a esibirsi in numeri basati su paura e coercizione. Con questa decisione, l’Italia rimane indietrorispetto a oltre 50 Paesi nel mondo che hanno già legiferato contro l’uso di animali nei circhi, scegliendo una forma di spettacolo fondata sull’arte e non sulla sofferenza. Sotto i tendoni – ricorda la Lav – gli animali continuano a subire condizioni di vita innaturali, addestramenti coercitivi e privazioni che li trasformano in strumenti di intrattenimento, in aperto contrasto con i principi di tutela sanciti dalla nostra prima parte della Costituzione”.