La Georgia sta pagando con arresti arbitrari, processi farsa e violenze la volontà europeista di gran parte della sua popolazione, dopo il successo del partito filorusso Sogno Georgiano, salito al potere con le contestate elezioni per brogli a fine 2024.
Sulla deriva autoritaria nel paese caucasico, dove si contano un centinaio di arresti politici, Europa Radicale ha prodotto un dossier presentato a Roma (Europe Experience in Sala Sassoli), dalla tesoriera Federica Valcauda. L’iniziativa ha coinvolto parlamentari, attivisti georgiani, giornalisti.
Tutti concordi sul fatto che la Georgia non debba essere lasciata sola e che ogni indebolimento per la democrazia a Tbilisi e Kiev pesi su un Europa che non può voltarsi dall’altra parte.
Un centinaio di prigionieri politici
Il dossier parte dal centinaio di prigionieri politici (tra i quali 13 leader dell’opposizione). Un dato eloquente per una democrazia che subisce il duro attacco portato da Sogno Georgiano, vincitore delle elezioni del 2024, a quella identità europea alla base della perdurante protesta.
Tra gli arrestati vi è la nota giornalista Mzia Amaglobeli, premio Andrj Sakharov, in cella nonostante gli appelli dell’Unione europea e le proteste dem per un processo definito iniquo.
C’è timore che, alla ferma volontà di una popolazione, da tempo tenacemente in piazza con i vessilli europei per manifestare la sua volontà democratica ed europeista, si stia imponendo una pax russa, sul modello bielorusso. Quel modello che si vorrebbe imporre anche in Ucraina.

La “normalizzazione”
Il processo di “normalizzazione” che piace a Mosca è stato avviato da norme che penalizzano la presenza di chi si occupa di diritti umani (ONG), visti come agenti al servizio di potenze straniere, e che vedono nella comunità gay un nemico interno da contrastare. Un nemico che esprimerebbe tutta la decadenza dei valori occidentali.
Ricordiamo che il patriarca Kyrill ha benedetto l’operazione speciale in Ucraina definendo i nemici come “quelli del Pride”.

Enormi manifesti
Per convincere i georgiani a votare Sogno Georgiani sono stati affissi enormi manifesti con immagini di città ucraine spazzate dalle bombe, affiancate da città georgiane piene di sole con la scritta: “Se non ci votate questo sarà il destino…”.
I nuovi leader georgiani
Fondatore di Sogno Georgiano è l’oligarca Bidzina Ivanishvilli: oggi il suo cavallo vincente è l’ex noto calciatore Kakha Kaladze, attuale sindaco di Tbilisi, mentre Mikheil Kevelashvili (altro ex calciatore) è il Presidente della Repubblica, tutti su posizioni euroscettiche. Molto amata da tutta l’opposizione e ammirata in Occidente è l’ex presidente Salomè Zourabichvili, vera icona del movimento europeista.
Mattarella e Salomè Zourabichvili
“La scelta europeista di Tbilisi è una vocazione radicata nella storia e nei cuori del popolo georgiano”, affermò il presidente Sergio Mattarella in visita in Georgia nel 2018. Sentimenti e valori condivisi ribaditi nel corso della visita di Stato della presidente georgiana Zourabichvili, a Roma nel giugno 2022.

In quell’occasione il nostro presidente non ha risparmiato critiche verso l’imperialismo russo, ribadendo il ripudio della guerra e il rispetto della sovranità e dei confini, ricordando le aggressioni subite dalla Georgia nel 2008.
La presidente, certamente non un estremista ma una fiera democratica, non ha riconosciuto la vittoria di Sogno Georgiano, denunciando brogli e interferenze da parte russa. Vittoria che ha subito incontrato il plauso di Viktor Orban.
Non si registrano particolari slanci da parte del nostro governo nel denunciare la repressione delle forze antieuropee in Georgia. Anche se persiste un forte legame tra l’Italia e i georgiani che chiedono Europa e democrazia. Un legame che va, ovviamente, oltre al fenomeno calcistico legato alla presenza del georgiano Kvaratskelia nel Napoli del terzo scudetto 2023.
Cosa potrebbe aiutare la lotta democratica dei georgiani?
Il dossier radicale, avallato da diversi esponenti progressisti, oltre alla denuncia, ha inteso sollecitare atti concreti e pressioni diplomatiche per far cessare gli abusi, appellandosi a tutti gli stati membri europei per una condanna di Sogno Georgiano, non riconoscendo il suo governo. Cosa tutt’altro che facile nell’Europa in cui è forte l’influenza sovranista.
L’auspicio dei promotori è una risoluzione parlamentare trasversale come segnale forte verso i prigionieri politici, vittime di un sistema giudiziario senza autonomia, mera espressione del potere esecutivo.
Per Igor Boni, infaticabile coordinatore di Europa Radicale, presente a Tbilisi nei giorni delle contestate elezioni, “quando uno stato, candidato all’adesione, abbatte il pluralismo e l’indipendenza della giustizia, l’Ue non può stare in silenzio o diventa complice”, ricordando le inutili condanne di facciata occidentali nel 2008 sull’invasione di Ossezia e Abkhazia.
Le trame di Sogno Georgiano
Nei vari interventi è emerso come il governo guidato da Sogno Georgiano stia sviluppando trame per insediarsi, in modo apparentemente meno conflittuale, rispetto ai partners europei, ricorrendo anche a liste civetta ultra sovraniste che lo farebbero apparire più moderato. Su questo punto è interessante la testimonianza di Igor Boni, che ha puntato il dito contro l’ambasciatore italiano a Tbilisi: “Ci invitava a non manifestare perché, in fondo, Sogno Georgiano non era poi così male”.
Non a caso, dopo un anno di manifestazioni pacifiche in Georgia, in Europa si tende a “normalizzare” il rapporto con Sogno Georgiano come male minore, nonostante la repressione: “Ma si, tanto poi li liberano e poi c’è una società civile”.
“Senza sparare un colpo”
Per il senatore Ivan Scalfarotto (Italia Viva), “Putin in Georgia ha ottenuto senza sparare un colpo quello che vorrebbe in Ucraina, ovvero installare un governo filorusso che blocchi le aspirazioni europee, trasformando una democrazia liberale, con forti aspirazioni a entrare in Europa, in uno stato totalitario”.
Le nostre libertà non sono scontate
In Italia non emergono preoccupazioni per la messa in discussione delle nostre libertà, e non sono pochi coloro che sostengono, direttamente o indirettamente, Putin. Frutto di un abile e diffuso e mirato intervento informatico, specie sui social.
Un quadro ben diverso da quanto si registra in Finlandia e nei paesi baltici, dove i cittadini ricordano l’occupazione russa e sono alquanto allarmati.
Non a caso la Svezia e Finlandia, due realtà storicamente neutrali (per Stoccolma si tratta di 200 anni di non allineamento), nel marzo 2024, e nell’aprile 2023 per Helsinki, hanno aderito alla Nato dopo l’aggressione all’Ucraina.
Il senatore Filippo Sensi (Pd), oltre a parlare del processo di “normalizzazione” in atto, ha fatto cenno all’ennesima strage civile a Ternopil, in Ucraina: 25 morti, cui hanno fatto seguito le vittime civili con bambini per altri bombardamenti a Kiev, ignorate dalla politica italiana.
Il senatore Marco Lombardo (Azione) ha depositato una risoluzione per lo scudo democratico per tutelare i processi elettorali da interferenze straniere, ma ammette: “Una discussione che non marcia, come le sanzioni alla Georgia”.
“Non mi aspetto più nulla da Europa e Italia”
Quanto mai critica la responsabile dell’Istituto Affari internazionali, Nona Michelidze: “Con tutti i leader dell’opposizione in carcere, ora non mi aspetto più nulla dall’Ue, rimasta ferma e senza strategia, e tanto meno dall’Italia. Molto del futuro è legato all’Ucraina. Questo mentre l’ambasciatore italiano in Georgia ha rapporti troppo stretti con il governo e procede a gemellaggi per creare rapporti, scoraggiando quel movimento che riempiva le piazze, anche se permane un gruppo di ostinati”.
Interventi e testimonianze di parlamentari, giornalisti e attivisti dei diritti civili georgiani (Oles Horodetskyy, Luca Chikovani, Benedetto Della Vedova, Federica Valcauda, Eka Kacharava, oltre a quelli citati nell’articolo) hanno sperato e condiviso quanto espresso dalla Vice presidente del Parlamento europeo Pina Picierno, che – in collegamento video – ha affermato: “La porta europea per la Georgia non si chiuderà”.


























