La vittoria del 38enne liberal-progressista Rob Jetten, apertamente LGBTIAQ+, alle elezioni olandesi rappresenta una novità che va ben oltre il paese dei tulipani. Non a caso. la vicenda elettorale e il suo giovane vincitore sono al centro dell’attenzione mediatica internazionale.

Democraten66, formazione socio-liberale europeista, è riuscita a imporsi conquistando 27 seggi, sconfiggendo e arrestando l’ascesa della destra estrema guidata dal PVV (Partito per la Libertà) di Geert Wilders, passata da 37 a 25 seggi sui 150 dell’Assemblea dei Rappresentanti. Una formazione xenofoba, nazionalisti dell’estrema destra alleati in Europa con Fratelli d’Italia e Lega, che quasi sicuramente non potrà far parte del futuro esecutivo olandese.
Jetten, che ha definito Wilders come “un grande bullo”, ha escluso ogni possibilità che faccia parte di una coalizione.

Una vittoria per nulla scontata, che ha visto imporsi una formazione (D66) che, solo un mese fa, risultava quinta nelle rilevazioni dei consensi, in un quadro politico quanto mai frammentato, dove non mancano partiti centristi, formazioni conservatrici e un autorevole coalizione verde-laburista guidata da Frans Timmermans. L’ex vicepresidente della Commissione europea ha annunciato le sue dimissioni da leader dopo il brutto risultato elettorale.
Ora Rob Jetten potrebbe diventare il premier più giovane dell’Olanda, dopo essere il più giovane leader di partito, diventato parlamentare a soli 30 anni.
Nel commentare il suo successo, Jetten ha sottolineato come “senza la cooperazione europea non andiamo da nessuna parte”.
Il suo approccio liberale, fortemente europeista, ha fatto prevalere la proposta e l’impegno verso i giovani (un grande piano casa), in uno spirito pragmatico anche sul piano ecologico e sociale, evitando quei toni negativi e denigratori che hanno caratterizzato lo scontro politico anche in Olanda.
Un governo europeista tra i tulipani
I commentatori politici vedono problematica la formazione del nuovo governo europeista, guidato dal giovane leader liberal-progressista, ma – dopo il vuoto e le polemiche che hanno portato alle elezioni anticipate (legato all’intransigenza xenofoba del precedente premier caduto nel giugno 2025) – la new wave pragmatica e liberale che si respira nel Paese dovrebbe ammorbidire i contrasti politici nella formazione del nuovo esecutivo, anche nel frammentato quadro olandese, che conta ben quattro formazioni intorno ai 20 seggi.
Il quadro politico resta frammentato
Tengono i liberal conservatori del VVD (23 seggi), un tempo guidati dall’attuale Segretario Generale della Nato ed ex premier olandese Mark Rutte, mentre è sonoro l’arretramento della coalizione di verdi e laburisti dall’ex vicepresidente della Commissione Frans Timmermans, che si è dimesso da leader dei GroenLInks-PvdA, finiti al quarto posto con 20 seggi (perdendone cinque).
In ascesa i centristi cristiano democratici del Cda che salgono a 18 seggi.

Oltre al PVV, sono presenti altre formazioni conservatrici di destra come l’JA21, che a Bruxelles si ritrovano, con la Lega, tra gli euroscettici dell’ECR (conservatori e riformisti europei), cui si affiancano i populisti sovranisti del FVD (Forum per la Democrazia) che, verbalmente più duttili, sono sostanzialmente in linea con il PVV (avevano anche sfruttato le pulsioni No-Vax) e salgono a 7 seggi.
Nell’articolata area centrista sparisce il NSC che aveva ben 20 seggi, mentre si ridimensiona il movimento civico contadino BBB, fondato nel 2019 per difendere le aree rurali, che passa da sette a quattro seggi.
Crede in un Europa verde e solidale
Ron Jetten è un ex consulente aziendale, laureato in Economia all’Università di Nijmegen, runner e vegetariano. E’ stato ministro per il Clima e l’Energia nel governo Rutte IV.
Crede nella transizione verde e in un Europa solidale, anche se il suo ecologismo viene considerato “pragmatico e meno ideologico”. Aperto al confronto, auspica la sconfitta di Putin da parte dell’Europa. Vede nelle derive autoritarie della destra populista un pericolo per i valori fondativi dell’Europa, difendendo il diritto di asilo sempre con un approccio pragmatico.
E’ quanto mai impegnato sui diritti civili e sulla realtà LGBTQIA+, per un matrimonio egualitario.
Un personaggio che si è conquistato un suo spazio e che si è imposto con decisione e simpatia, con idee molto chiare che guardano ai giovani e al futuro e che ha saputo dare una ferma risposta al sovranismo e all’estremismo di destra europeo.
Matrimonio in vista
Il possibile più giovane premier olandese di tutti i tempi, per la prossima estate in Spagna, ha annunciato il matrimonio con il giocatore di hockey Nicolas Keenan, con cui è ufficialmente fidanzato dal novembre 2024.






























