La maggior parte dei paesi europei ha riconosciuto lo stato di Palestina.
”Dobbiamo impegnarci per la soluzione ‘due Stati’ prima che sia troppo tardi. Non ci sono alternative per la pace”, è il fermo monito espresso dal portoghese Antonio Gutierrez. Il Segretario Generale dell’Onu ha denunciato come i principi delle Nazioni Unite siano sotto assedio: “Nazioni sovrane invase, la fame come arma, impunità della disuguaglianza e dell’indifferenza”, mentre Israele va avanti nella sua “conquista”, senza alcuna intenzione di aprire negoziati.
Dopo Gran Bretagna, Portogallo, Canada e Australia, anche Belgio, Lussemburgo, Finlandia, Malta, Nuova Zelanda e San Marino intendono riconoscere la Palestina.
“I palestinesi non sono gente di troppo sulla Terra. E’ arrivato il momento di fermare il massacro e salvare vite umane. Niente giustifica il conflitto” ha affermato Emmanuel Macron all’Assemblea Generale dell’Onu, appoggiando la proposta dei due Stati”.
Il presidente francese ha posto come punti fermi, per l’apertura di un’Ambasciata, la liberazione degli ostaggi e la fine dei combattimenti. Questo non dimenticando quanto avvenuto il 7 ottobre, con i responsabili di Hamas che dovranno essere neutralizzati e non potranno avere un ruolo politico, in un contesto di rifiuto di ogni forma di antisemitismo.
Un passo non simbolico che ha isolato di fatto il governo italiano, che -con il vice premier Tajani – ha ribadito come il riconoscimento della Palestina rappresenti, ad oggi, solo un regalo ad Hamas, sposando in pieno quanto espresso dal presidente americano Trump, sempre vicino a Netanyahu, di nuovo quanto mai sprezzante: “Ho fermato sette guerre in sette mesi“, ”Onu inutile, Europa imbarazzante”, “Se un drone russo sconfina, che sia abbattuto”.
In Italia l’87,7% vuole uno Stato palestinese
Dopo le oceaniche manifestazioni di lunedì, qualcosa si sta muovendo nella maggioranza, toccata dagli ultimi sondaggi che vedono oltre l’87% degli italiani favorevoli al riconoscimento dello Stato palestinese (come gran parte dell’opinione pubblica in tutto l’Occidente), con qualche possibile scricchiolio al suo grande consenso.
Ora Giorgia Meloni ammette, annunciando la presentazione di una mozione, come il riconoscimento della Palestina possa rappresentare “un efficace strumento di pressione politica”, insistendo sul fattore Hamas e sul rilascio degli ostaggi (come sostenuto dai partner europei), ma non parlando di pressioni sul governo fondamentalista di destra guidato da Netanyahu, che ha il fermo sostegno del presidente Trump.
Occorre considerare che lo Stato palestinese comprenderebbe quella Cisgiordania governata dall’autorità palestinese (erroneamente ignorata da Trump), che subisce gli attacchi dei coloni, mentre la striscia di Gaza, dal 2007, è amministrata e “gestita” da Hamas.
Purtroppo, anche oggi si contano 36 morti a Gaza City, per un attacco ad un campo di sfollati e per la tremenda abitudine di colpire disperati in fila per avere del cibo, come si è registrato a Rafah: otto morti. Morti causate anche da carri armati e veicoli telecomandati pieni di esplosivi.
In ogni caso, la grande mobilitazione spontanea di massa ha pesato.
Sulle nuove prese di posizioni della Meloni, con l’annunciata mozione della maggioranza, è stata immediata la dura replica delle opposizioni.
Per Giuseppe Conte (M5S), “è un misero espediente che conferma l’ignavia del nostro governo, che continua a stare a fianco di Netanyahu”.
“Non è il momento dei giochi di prestigio e delle prese in giro”, è stata, invece, la risposta della segretaria del PD Elly Schlein.



























