L’amore, da sempre considerato un sentimento sublime capace di colmare vuoti esistenziali e unire profondamente le anime, si rivela in realtà un terreno complesso e sfaccettato, in grado di esplorare le più intime contraddizioni dell’essere umano. Come evidenziato in opere letterarie e filosofiche attraverso i secoli, questo sentimento spesso si distacca dall’idealizzazione romantica per rivelare la sua vera natura.

L’amore è stato dipinto come un sentimento straordinario, capace di completare l’individuo e di unire anime in una fusione platonica. Tuttavia, questa concezione romantica spesso cela una verità più intricata. Come afferma Roth nel suo romanzo “L’animale morente“, l’ossessione per l’amore è diffusa e profonda, ma non necessariamente porta al completo appagamento dell’essere.

“Cosa crede, la gente, che basti innamorarsi per sentirsi completi? La platonica unione delle anime? Io la penso diversamente. Io credo che tu sia completo prima di cominciare. E l’amore ti spezza. Tu sei intero, e poi ti apri in due”, sottolineano la prospettiva divergente che pone l’amore non come un risolutore di tutte le mancanze, ma come un catalizzatore di profonde trasformazioni interiori.

Questa visione così articolata dell’amore si esprime anche attraverso le arti performative, come nel balletto “La Petite Mort” di Jiří Kylián. Il titolo stesso, che in francese significa “la piccola morte”, simboleggia il culmine del vitalismo umano durante l’orgasmo, momento di intenso abbandono e dissoluzione del sé nell’infinito. Questa “Petite Mort” rappresenta metaforicamente una morte simbolica, un istante in cui l’individuo si libera temporaneamente delle barriere dell’ego per immergersi in un flusso di emozioni e percezioni oltre il razionale.

Ecco dunque il senso profondo di abbracciarsi al corpo dell’altro, in cui anche l’orgasmo diventa una simulazione della morte, un istante di totale abbandono che trasporta l’individuo nel flusso dell’infinito.

È proprio attraverso questa “mort” che si apre la possibilità di una trasfigurazione dell’amore e di una rinascita dell’individuo. Questo concetto riflette una comprensione profonda delle dinamiche relazionali e dell’evoluzione personale, evidenziando come l’amore possa non solo completare, ma anche frantumare l’individuo, portandolo a una nuova consapevolezza di sé e dell’altro.

L’arte e la filosofia hanno da sempre esplorato questi temi, rivelando l’amore come una forza trasformativa che oltrepassa i confini tra idealizzazione e realtà. Opere d’arte come “La Petite Mort” non solo illustrano teorie complesse sull’amore, ma offrono anche uno specchio delle esperienze umane universali, trasformando concetti filosofici in visive che sfidano e arricchiscono la nostra comprensione.
(Foto di copertina: di Marco Brescia e Rudi Amisano © Teatro alla Scala – Gioacchino Starace e Paola Giovenzana nella «Petite Mort».)