Andrea Ferrero, presidente dell’Aire (Associazione italiana per il collezionismo delle radio antiche), si occupa della curatela dell’esposizione del Museo della Radio e della Televisione della RAI di Torino: è la persona adatta per raccontarci questo magico mondo.
– Come diventa addirittura una passione collezionistica un qualcosa che è parte della storia di tutti quanti noi italiani?
“Il collezionismo nasce da una propria personale filosofia della collezione, che è un qualcosa di strettamente personale ed assolutamente non oggettivo. Ha un proprio valore di narrazione storica, il che porta a dire che è il richiamo dell’oggetto e della storia che racchiude o che può racchiudere a catturare il collezionista o colui che, senza saperlo, lo diventerà”…
– La storia della radio e la storia del museo come si fondono insieme?
“Attraverso oggetti e la storia di cui loro sono portatori, producendo incanto e coinvolgimento a persone di ogni tipo ed età”.
– Qual è, secondo lei, l’oggetto più prezioso del museo?
“Sicuramente i telegrafi, tra cui quello di Morse, che è stato davvero usato da Guglielmo Marconi, e che ha il valore storico di essere lo strumento che ha dato l’inizio ad un nuovo modo di comunicare”.
– Da cosa rimangono maggiormente attratti i visitatori del museo?
“Dalla prima bacheca inerente alla telegrafia sincronizzata e simultanea, però devo dire che è il fascino stesso della storia che narr ,che rende tutto così attrattivo, motivo per cui non sceglierei un oggetto nello specifico, perché tutti concorrono in egual misura a creare una narrazione corale”.
– Questo museo è nuovo e nasce sulle “ceneri” di quello nato nel 1984…
“….Che era un museo old style, totalmente e prettamente espositivo, mentre questo è interattivo e polisensoriale”.
– Una domanda che non le ho fatto che avrebbe voluto che le facessi?
“Come finisce la storia del collezionista? Tendenzialmente arriva un rigattiere, che – alla scomparsa dell’appassionato – recupera tutto in solai e cantine varie, e vendendola rimette in circolo gli oggetti, che si rifrazionano in vari rivoli, per la gioia di nuovi o vecchi cultori”.
– Qual è la ragione di un successo cosi importante di questo museo?