Articolo di
Laura Camis de Fonseca
Credo che ormai ci siamo resi tutti conto di come Il termine ‘‘genocidio‘’ e tutti i simboli della Shoah siano divenuti strumenti dell’odio viscerale antisemita e antigiudaico (travestito da antisionismo o da sostegno ai diritti dei Palestinesi).
L’articolo di Pierluigi Battista sul “Foglio” del 24 febbraio, dal titolo “L’Olocausto sconsacrato“, che spero abbiate letto tutti (si può leggere qui), riassume magistralmente il percorso di ‘’sconsacrazione’’ dell’Olocausto, in Italia e in Europa. Percorso aperto, a mio avviso, da due errori di fondo nell’impostazione delle attività per il Giorno della Memoria, concatenati fra di loro: aver permesso che la Shoah venisse studiata soltanto come l’estremo crimine di nazisti ed ultranazionalisti fascisti contro propri cittadini con un credo religioso un po’ diverso da quello della maggioranza e aver permesso che si sollecitasse un profondo coinvolgimento emotivo nelle sofferenze delle vittime in quanto esseri umani, senza necessariamente simpatizzare con le vittime in quanto Ebrei, cioè portatori di una cultura radicalmente anti-dogmatica, che promuove il senso di responsabilità personale e l’innovazione creativa e ha sempre riconosciuto il diritto di libera opinione, e per questo è sempre stata invisa a tutti gli autocrati.
Insomma, dalle attività scolastiche per il Giorno della Memoria (e nei libri di testo per le scuole) si è permesso che venissero quasi cancellati gli Ebrei, con la loro peculiare storia e la loro peculiare cultura lunga 3.000 anni.
Per un italiano di media cultura gli Ebrei appaiono nella storia antica, spariscono con la morte di Cristo e la vittoria di Roma su Gerusalemme, sono casualmente ricordati come presenti in Spagna nel fatidico 1492, ricompaiono in qualche caso con l’affaire Dreyfus, per poi essere inspiegabilmente oggetto di genocidio da parte di Hitler.
Il concetto di genocidio è poi legato nella mente dei più soltanto al numero di morti, non all’idea che si voglia cancellare una intera cultura, un sistema morale, un insieme di istituzioni storiche.
Io credo che dovremmo tutti attivarci perché per il Giorno della Memoria venga richiesto che si studi la storia degli Ebrei e dei valori fondanti la loro cultura, altrimenti è impossibile capire perché sono sempre stati odiati e temuti dagli autocrati, dunque sempre perseguitati. Questa sola, a mio avviso, può essere l’ossatura di cui gli studenti hanno bisogno per capire la storia d’Europa e del Medio Oriente, la loro storia, che è anche una storia di continua fascinazione e continua paura nei confronti degli Ebrei, perché portatori di valori peculiari, che sono alla base della democrazia.
Mi auguro che si apra una discussione su questo argomento, il più ampia possibile.
Mi pare urgente.