Articolo in collaborazione con TorinoalCentro.com

 

Buone nuove per Torino: il Museo Rai è tornato. Ma non solo è tornato fruibile ai visitatori, è stato anche migliorato e ammodernato per rendere i contenuti sempre più intriganti ed attirare sempre più turisti in una città che negli ultimi tempi, tra ATP Finals ed Eurovision, si sta scoprendo sempre più attraente. Per parlarne meglio abbiamo intervistato Alberto Allegranza, Direttore Museo della Radio e Televisione.

Paolo Pazzi: Da cosa nasce l’idea di cambiare il museo della Rai?

Alberto Allegranza: L’idea nasce dalla consapevolezza che era un museo tradizionale, pensato per appassionati di radio ed altri media, ma che non rappresentava più la globalità della nostra realtà, sempre più complessa. Quindi abbiamo portato una ventata di aria fresca, approfittando di eventi come Ruota libera e Befana in Rai che hanno avuto un gran successo di pubblico e hanno permesso sin da subito di farci conoscere dal grande pubblico.

PP: Lo definiresti ora come ora un museo immersivo?

AA: Assolutamente, il visitatore potrà sentirsi parte di alcuni dei programmi tv più iconici, dalla postazione del concorrente di Rischiatutto, con tanto di voce di Mike Buongiorno, a fare il cameramen con tre diversi possibili set. Insomma una panoramica dagli albori della nostra Rai all’ultimo Festival di Sanremo.

PP: E’ Museo per grandi o per bambini?

AA: Ne parlerei come di un museo per il bambino che c’è in tutti noi…come ho detto è infatti un museo interattivo che punta a divertire grandi e piccini.

PP: Quali sono gli obiettivi museo ?

AA: Divertire il pubblico! Se fossimo un programma saremmo intrattenimento puro.

PP: Come è nata l’idea di questo cambiamento?

AA: L’idea del museo nasce durante il periodo del Covid 2019/2021: in ogni situazione bisogna cercare opportunità nuove perciò siamo passati dalla fissità ad un approccio decisamente più dinamico. Abbiamo iniziato con la formazione di un gruppo operativo di 25 persone su base volontaria con cui abbiamo pensato a che strada intraprendere per questa evoluzione.

PP: Quali sono le aree mostre tematiche?

AA: Prima è stato necessario creare un’identità iconica dal generale al particolare ,perciò le mostre sono a carattere verticale. Gli spunti sono tanti e le idee in continuo fluire.

PP: Personaggi famosi che hanno interagito con il museo?

AA: Tanti… impossibile ricordarli tutti, da Alberto Angela, appassionato dalla radio clandestina Caterina, a Mahmood e Blanco, che hanno usato i nostri spazi per i loro social, Monica Bellucci e i vari ospiti del programma Petrarca.

PP: Nonostante il periodo pandemico il museo ha avuto un grande successo, come avete fatto?

AA: In effetti l’anno scorso abbiamo avuto 77mila visitatori e quest’anno 150mila; probabilmente ci ha favorito il passaparola, avendo comunque messo in campo un prodotto di qualità, e con eventi speciali come museo in musica.

PP: Si può’ dire che è un museo Pop?

AA: Assolutamente, è un vero museo Pop, ‘Popoular’ nell’autentica essenza della parola. Un museo leggero, ma non superficiale, un museo in stile Raffaella Carrà, ovvero in perenne trasformazione.

PP: Definiresti questo museo come ‘unico’ in Italia ?

AA: Lo è in effetti e può vantare memorabilia reperiti ovunque.

PP: Quali interazioni con il museo sono possibili per il pubblico?

AA: Chi desidera approfondire il tema o studia il mondo della TV e dei media può accedere alla mediateca Rai, che si trova a pochi passi da noi, e lo si può’ fare sia per motivi di studio che di ricerca.

PP: Vedo poco sport, mi sbaglio?

AA: Tra le altre cose abbiamo telecronaca di Carisio della finale dei mondiali del 1934 ,il suo microfono, ma anche le poltrone di Quelli che il Calcio, gli estratti delle olimpiadi di Roma 1960, ma nel 2024 i contenuti dedicati allo sport sono decisamente destinati ad aumentare.

PP: Come gestite la comunicazione social?

AA: La selezione per noi è un elemento chiave: qualità non quantità, il mondo social è una sfida in continuo divenire. Posso anche dire che presto sbarcheremo anche su TikTok.

PP: Per concludere, quali sono i traguardi per il futuro?

AA: Abbiamo in mente un grande tour italiano del Museo, che per l’ occasione diventerà itinerante, in occasione dei 100 anni della Radio. Questo progetto nasce ovviamente per poter andare sempre più verso il pubblico, cercando di essere sempre più accoglienti e inclusivi.