L’attacco terrorista, sanguinario e vigliacco che Hamas ha organizzato contro Israele fa fare al mondo democratico, al mondo intero, un ulteriore passo verso l’abisso. Qualsiasi errore si possa o debba attribuire o addebitare ai governi israeliani – in particolare a quelli guidati da Benjamin Netanyahu – non ci sarà mai alcuna giustificazione, nemmeno parziale, per questa carneficina.
Hamas è una organizzazione terroristica, certamente supportata dal governo teocratico dell’Iran e dal governo fascista russo, che ha come primo obiettivo la distruzione di Israele. La cancellazione di Israele. L’annientamento dei cittadini di Israele. La fine delle libertà che Israele rappresenta.
Marco Pannella evocava due strade che non solo sono ancora valide, ma che occorrerebbe percorrere con tardiva lungimiranza: la prima è rendersi conto, Israele in primis, che non esiste possibilità di difendersi da soli e che il rischio è quello di essere portati in una spirale interminabile di violenza, di crimini. Quando dicevamo “Israele nell’Unione europea” non era un sogno, uno slogan vuoto. Era ed è un programma politico per consentire di integrare in una istituzione politica europea e mediterranea le democrazie. Democrazie che possono insieme difendersi dall’attacco che subiscono da più parti, solo se sapranno cedere allo stato europeo, alla federazione europea, parte dei propri poteri.
Se da una parte l’assenza dell’Europa è un fatto, dall’altra i regimi totalitari, che siano essi fascisti o teocratici, comunisti o terroristi, si pongono in contrasto violento con l’intero mondo democratico. L’obiettivo non è di poco conto: si deve costruire una nuova organizzazione sovranazionale, per non cadere in quella che si prospetta come la catastrofe più grande dei nostri tempi: la Terza Guerra Mondiale. Ci sono tutte le premesse, purtroppo.
Ed ecco la seconda evocazione, la seconda proposta radicale: una organizzazione mondiale della democrazia e delle democrazie, che possa superare le ipocrisie e gli stalli delle attuali Nazioni Unite e che sappia dare forza alle fragili, imperfette e divise democrazie del mondo che, ricordiamocelo sempre, rappresentano (rappresentiamo) una minoranza delle popolazioni del pianeta. La difesa di Israele, dell’Ucraina, di Taiwan, delle libertà dei cittadini dell’Iran sono oggi, in fondo, la stessa battaglia.
Nell’immediato, quindi, serve dare man forte a Israele, senza tentennamenti. Serve dimostrare vicinanza alle vittime e porsi senza alcuna ambiguità contro i massacratori di Hamas, ma, in prospettiva, serve visione politica per interrompere una discesa in una china che, altrimenti, ci condurrà inevitabilmente al disastro.
La crisi gravissima delle nostre democrazie – a partire da quella israeliana – o sapremo interromperla dando loro nuova energia e nuova speranza oppure saranno spazzate via le nostre aspirazioni di libertà.
Igor Boni – Presidente di Radicali Italiani