A luglio, la Duma (il Parlamento russo) ha approvato una legge che vieta le cure per l’affermazione di genere, invalida i matrimoni che coinvolgono persone transgender e proibisce loro di adottare o dare in affidamento bambini.
Questa legge fa seguito a un’altra normativa, approvata all’inizio del 2023, che vieta qualsiasi rappresentazione positiva o neutrale della cultura LGBTQ+ negli spazi pubblici, nella cultura popolare e, persino, nel cinema.
Aleksei è documentarista e attivista LGBTQ+ e ci spiega i rischi corsi a manifestare il proprio pensiero: “Abbiamo dovuto congelare molti dei nostri progetti. Una persona che parla apertamente di queste cose può essere riconosciuta come un agente straniero, e questo ha gravi conseguenze”.
Secondo Maria Arkhipova, attivista trans russa e avvocato per i diritti umani, attualmente residente in Georgia, queste leggi possono avere un impatto mortale sulla comunità LGBTQ+ in Russia.
“Le persone si troveranno in una situazione in cui saranno indotte al suicidio”, dice Maria Arkhipova. “In molti saranno costretti a fuggire all’estero. Forse è la soluzione migliore. Se non l’unica”.
Centre-T è una delle principali organizzazioni russe a sostegno della comunità transgender: prova ad aiutare chi lo richiede a ottenere assistenza medica, ad avere accesso agli ormoni e, persino, suggerimenti concreti per percorsi sicuri per uscire dalla Russia.
“Ho dovuto imparare ad aiutare persone in completo stato di disperazione”, racconta Sof, volontaria del Centre-T di San Pietroburgo.
Dice di essere sommersa da un flusso continuo di richieste di aiuto.
Dice di essere sommersa da un flusso continuo di richieste di aiuto.
Le e-mail provengono da individui della comunità trans russa, alle prese con l’incertezza e la paura per l’attuazione della legge da parte del Parlamento, che mette fuori legge le cure per l’affermazione dell’identità di genere.
Si tratta di terapie che vanno dai trattamenti ormonali a quelli psicologici e comportamentali.
“Rispondiamo alle e-mail tutti i giorni, tutte le settimane, senza vacanze. Spesso ci sentiamo anche al telefono. Proviamo a dare il massimo”, conclude Sof, “sperando che possa servire a cambiare qualcosa”.