La strada sembrava spianata dal fatto che il nuovo governo estone – formatosi dopo le elezioni del 5 marzo 2023 – non include alcun partito conservatore nella coalizione (composta da tre da partiti liberal-progressisti) e la nuova legge proposta dalla premier Kaja Kallas (nella foto: è la leader del Partito Liberale Riformista, vincitore delle elezioni con oltre il 31% dei voti) per legalizzare il matrimonio tra persone dello stesso sesso pareva aver convinto (quasi) tutti. Poi, a mettere i bastoni tra le ruote, ci ha pensato l’opposizione estone, che ha presentato ben 700 emendamenti al disegno di legge sulle nozze omosessuali.
Legge che ora potrebbe incontrare un forte rallentamento nel suo iter o, addirittura, andare incontro al rischio di bocciatura al Riigikogu, il Parlamento unicamerale estone.
Questa nuova legge è stata al centro del “Pride” che si è tenuto sabato 10 giugno a Tallinn, la capitale dell’Estonia. Accade raramente che migliaia di persone manifestino a favore di una legge proposta dal governo, ma questo è uno di quei rari casi…
Del resto, il fine settimana precedente c’era stata una manifestazione contro questo stesso disegno di legge, a dimostrazione che in Estonia il tema è delicato, discusso e molto sentito e l’opinione pubblica è spaccata quasi a metà: un recente sondaggio, infatti, evidenzia che solo il 53% degli estoni è d’accordo con questa nuova legge.
Benchè il Paese baltico abbia già in vigore, dal 2014, le unioni civili tra persone dello stesso sesso, coppie che godono già, quindi, di alcuni diritti fondamentali, la legge sul matrimonio sarebbe un passo in avanti decisivo, per un Paese dell’ex blocco sovietico: e l’Estonia potrebbe essere proprio il primo Paese di quell’area geopolitica a legalizzare i matrimoni gay.
Accanto al matrimonio, la proposta di legge prevede che sarà mantenuta la possibilità di stipulare un’unione “domestica” registrata, che prevede a sua volta il diritto dei “coniugi” a partecipare alle decisioni che riguardano la famiglia e a ricevere compensi e benefici, se necessario.
I due alleati di governo (il Partito Socialdemocratico di Lauri Läänemets, attuale ministro dell’Interno, e Eesti200-Estonia200, partito “giovanile” di Liisa Pakosta) sono d’accordo, ma bisognerà vincere la dura resistenza dei tre partiti dell’opposizione: Partito di Centro, Partito Popolare conservatore dell’Estonia (EKRE) e Isamaa (Patria), assolutamente determinati a boicottare la legge.

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