Come abbiamo scritto e detto con Massimiliano Iervolino e Giulia Crivellini, segretario e tesoriera di Radicali Italiani, siamo all’ennesimo utilizzo ideologico della maternità surrogata. Un pretesto utilizzato per limitare sempre di più i diritti di tutte e tutti. Il mancato patrocinio della Regione Lazio al Pride di Roma è parte di un grave attacco che la destra di governo sta portando avanti al diritto di autodeterminazione delle persone. La toppa che ha provato a mettere il Presidente Rocca (chiedendo agli organizzatori di chiedere scusa) è assai peggio del buco; a chiedere scusa infatti dovrebbe essere innanzitutto lui! La gestazione per altri è già vietata in Italia, quello che le Famiglie Arcobaleno chiedono, e noi insieme a loro, è la trascrizione dei certificati di nascita dei figli nati all’estero. Un diritto che il governo, tramite i prefetti e contro molti sindaci, sta vergognosamente negando a questi bambini. Per combattere la denatalità ci vogliono più bambini, certo. Ma secondo lorsignori devono essere nati in una famiglia tradizionale, pena l’esclusione dalle pari tutele, pena l’annullamento dei diritti. Di quanto sia strumentale la scelta del governatore Rocca è evidente anche dalla sua richiesta al Campidoglio di ritirare il patrocinio. Roma Capitale, a suo dire, sarebbe colpevole di aver rimosso dei cartelloni pro-life contro la maternità surrogata. Un tema che, a quanto pare, risulta estremamente caro al Presidente della Regione Lazio.
Proprio contro questi legami che intrecciano fortemente il disegno del governo Meloni di orbanizzare l’Italia e censurare la libertà di espressione e autodeterminazione della comunità Lgbtq+, continuiamo a lottare ogni giorno, ora più che mai. Con questo spirito, combattivo e costruttivo, parteciperemo ovunque ai pride in queste settimane di mobilitazione e, comune per comune, chiediamo ai sindaci di disobbedire e trascrivere i certificati di nascita”.

Igor Boni, presidente di Radicali Italiani.