“Abbiamo diritto a studiare con la nostra identità”. “Più umani e meno fascisti”. E ancora: “Giù le mani dalla carriera alias”: questi alcuni degli slogan che si sono letti sugli striscioni e i manifesti degli attivisti del ‘Protect Trans Youth’, riuniti sabato in piazza dell’Esquilino, a Roma, alla prima manifestazione in Italia per i diritti delle giovani persone trans.
La manifestazione è stata organizzata in occasione della Giornata internazionale della visibilità transgender (Tdov): una ricorrenza annuale che cade il 31 marzo ed è dedicata alla sensibilizzazione contro le discriminazioni verso le persone transgender in tutto il mondo. La giornata fu fondata dall’attivista transgender statunitense Rachel Crandall nel 2009, e a partire dal 2014 la giornata è stata adottata dagli attivisti LGBTQ+ a livello internazionale.
Carriera alias, formazione di personale scolastico e sanitario, tutela della dignità del minore: l’associazione Gender X ha così promosso la prima marcia per rivendicare i
diritti dell’infanzia e dell’adolescenza anche per i giovani trans.
Una bandiera lunga 50 metri con i colori delle persone transgender e non binarie, azzurro, rosa e bianco, ha accompagnato tutto il percorso.
La manifestazione, promossa da Gender X, ha avuto l’adesione di Genderlens, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Libellula, Le Tre Ghinee, TDOV, Arcobaleno dei diritti
(Latina), CGIL Roma e Lazio, Famiglie Arcobaleno, Di Gay Project, Gay Center, Arcigay Roma, Differenza Lesbica, Azione Trans, MIT Movimento Identità Trans Bologna, ATN Napoli,
Associazione Sunderam Torino, Ala Milano Onlus, Agedo Roma, Gaynet Roma, Polis Aperta, Agapanto, Libera Rugby Club, Collettivo Prisma, Lucha Y Siesta, Be Free, Ora d’aria,
Collettivo Cattive Ragazze, Romà Onlus, Romni Aps, Associazione Rowni Roma Women Network Italy Aps, Orchidea Latina e la Rete degli studenti medi.
Sulle note di ‘Another brick in The wall’ dei Pink Floyd, intonate da una giovanissima attivista, la marcia per i diritti è arrivata a Piazza della Madonna di Loreto, dove si sono alternati diversi oratori.
“Oggi è una cosa meravigliosa, una boccata d’ossigeno, di speranza, di fierezza: non si era mai vista una cosa del genere. Sono orgogliosa di essere qui e di aver riempito insieme la nostra città per una battaglia di civiltà che stiamo provando a portare avanti insieme. Come Comune di Roma abbiamo dato il nostro patrocinio alla manifestazione, che non è solo una pecetta su un manifesto, ma vuol dire starci e camminare insieme, vuol dire continuare a organizzare eventi culturali e iniziative in città, per fare in modo che tutti e tutte possiamo avere il diritto di essere noi stessi come vogliamo e come desideriamo”, ha detto la coordinatrice dell’Ufficio speciale Diritti LGBTQ+ di Roma Capitale, Marilena Grassadonia.
Al termine degli interventi, i manifestanti si sono spostati sulla scalinata del Campidoglio: i ragazzi e le ragazze hanno srotolato lungo i gradini la grande bandiera trans di 50 metri che ha accompagnato tutto il corteo, dando vita a un breve flash mob che ha ufficialmente concluso la manifestazione.