-La lettera che Silvio Sardi scrive all’adorabile bello e dannato-
Entro in contatto con Silvio Sardi, amico e testimone delle nozze tra Rossano Rubicondi e Ivana Trump, a seguito della tragica scomparsa di Rossano, di cui entrambi siamo stati intimi, la nostra è stata solo l’esigenza di stringersi privatamente in un frangente molto doloroso, solo il 9 novembre ho ricevuto una mail da Silvio, con la lettera commovente che segue e pubblico, a fronte di questo gli ho rivolto alcune domande nel tentativo di chiarire quello che i media stanno definendo “un giallo”.
D: Perché hai scritto questa lettera aperta e accorata a Rossano?
R: Purtroppo assisto ogni giorno ad uno “schifo” mediatico che stanno portando avanti intorno a lui, che è veramente squallido e soprattutto pieno di menzogne. Gli stessi che lo piangono adesso avrebbero dovuto amarlo da vivo.
D: Come vi siete conosciuti, chi non lo ha amato abbastanza da vivo secondo te: Ivana, la famiglia, gli amici?
R: Ho conosciuto Rossano l’anno che si è messo con Ivana a St.Tropez credo all’inizio degli anni 2000, lei l’avevo conosciuta qualche anno prima quando aveva una relazione con Roffredo Gaetani Lovatelli, morto tragicamente nel 2005 dopo il giorno di Natale, lui fu il padrino di uno dei miei figli.
Ivana non c’è dubbio che gli abbia voluto bene e adesso soffra la sua mancanza, però gli avrebbe dovuto volere più bene quando era vivo e non pensare che fosse di sua proprietà e poterne disporre come meglio riteneva opportuno. Ivana gli fu stata presentata da un comune amico Massimo Garcia.
Rossano era sensibile, aveva un animo buono e portava in sé una tristezza profonda. Con Ivana Trump era molto rispettoso e le voleva molto bene, ma era combattuto perché alla fine voleva una vita come tutti i ragazzi della sua età: essere indipendente e frequentare anche coetanee.
Questo dilemma lo ha divorato per anni, una parte di lui temeva di staccarsi dalla Trump per affrontare la vita, non credeva e non si rendeva conto delle sue potenzialità, forse non era stato supportato da adolescente, e non aveva accanto amici veri, disinteressati che lo spronassero a prendersi dei rischi.
Certo da fuori sarebbe facile dire che preferiva la vita comoda all’ombra della Trump che farsi il culo, ma credetemi che lui ogni giorno combatteva per farcela da solo, anche perché il rapporto con la Trump non gli era salutare, non gli permetteva un’indipendenza economica, una propria attività, o di sfruttare il proprio talento, demolire la sua autostima era una costante, si era convinto che non sarebbe riuscito in nulla.
Ho vissuto e assistito a moltissime scene a dir poco imbarazzanti, negli anni che eravamo vicini di casa a Manhattan, spesso Rossano veniva buttato fuori di casa anche nelle gelidi notti di New York in mutande e veniva a casa mia.
D: Queste scene mi ricordano frammenti di vita, dove da soli o in compagnia qualcuno beveva, ed esagerava in altri modi. Era così in quelle notti gelate?
R: Si potrebbe pensare proprio di sì.
Va detto, che però nell’estate del 2006, Rossano grazie ad Ivana aveva aperto un ristorante carino nel porto di St.Tropez che lui amava molto, e ci mise tanto impegno e tutto il suo fascino per farlo funzionare e per un po’ ci riuscì, veniva bella gente, nomi importanti e belle donne con le quali educatamente sorrideva per intrattenere con le sue battute e la sua solarità, purtroppo a causa di questo accadde un pandemonio, tovaglie strappate dai tavoli che venivano scaraventati per terra con i piatti per aria, bicchieri e bottiglie rovesciate, senza contare le urla e le offese, si sa che in americano usare “fack off” qui e lì è il meno, e che magari si può anche dire “ ricordati che sei solo il mio toy boy” con facilità, sta di fatto che dalla sera alla mattina il ristorante fu fatto chiudere, quindi non potè permettersi di ottenere l’agognata indipendenza, forse a causa della paura di perdere il controllo del toy-boy.
Vicende e episodi che ho vissuto ne ho a centinaia dato che Rossano in quegli anni viveva più a casa mia, che a casa di Ivana, a New York cercai insieme ad altri pochi veri amici di spingerlo a staccarsi da quella situazione, cercando di aiutarlo a credere in se stesso e nelle sue potenzialità. In quel periodo Rossano non beveva, conteneva il fumo, non faceva uso di droghe e praticava molti sport tutti i giorni. Purtroppo riusciva a staccarsi solo per brevi periodi, poi si faceva risucchiare in quel vortice infernale, dove la corte degli amici gli sorrideva perché era il compagno di Ivana Trump, per poi disprezzarlo pubblicamente alle spalle, lui ne era consapevole e ci soffriva tanto, alimentando rabbia e nervoso che poi somatizzava, solo con i veri amici che lo invitavano con gioia si vedeva il vero Rossano, bravo ragazzo, simpatico e brillante.
D: Cosa rammenti del giorno delle nozze di Rossano e Ivana di cui sei stato uno dei testimoni?
R: Il giorno prima del matrimonio eravamo insieme nella mia casa a Miami e dato che accaddero cose allucinanti gli dissi “ti prego non sposarti”, lo avevo assistito anche nel contratto pre-matrimoniale e gli dissi di non firmarlo, anche la storia del servizio fotografico delle nozze che fu venduto era allucinante, il contratto che portava una cifra importante non riconosceva niente di niente a Rossano, e questo è paradossale. Lui voleva bene alla Trump e la rispettava, anche lei sicuramente a modo suo gli voleva bene, ma lui si stava divorando dentro senza avere la forza di dare un taglio netto, tuttavia alla mattina del matrimonio l’avevo quasi convinto, ma poi niente, ed ecco che andammo a Palm Beach e io gli feci da best man, pensa che volle la musica di Rocky Balboa per il suo ingresso alla cerimonia con me accanto. I media dovrebbero chiedere agli altri invitati presenti il discorso che fece il figlio di Donald Trump e Ivana durante il cerimoniale, davvero da brividi, faceva capire ampiamente come lo consideravano.
D: Cosa disse Donald Jr. ?
R: Fece capire tra l’ironia e il serio che Rossano era tenuto a comportarsi bene e a stare sempre al suo posto, e che loro come primo mestiere costruiscono palazzi…
D: Potrebbe aver alluso ironicamente forse a qualcosa come il cemento?
R: Si potrebbe. Ovviamente il matrimonio non durò neanche un mese. Rossano però stava reagendo bene frequentando una ragazza di Miami della sua età, si sentiva amato e voluto per quello che era. In quel periodo io avevo una relazione sentimentale con Simona Ventura, che appena vide Rossano riconobbe subito le sue potenzialità e gli diede la più grande chance della sua vita facendolo diventare uno dei naufraghi dell’Isola de Famosi, per dimostrare a tutti il vero Rossano Rubicondi.
Simona è una delle poche persone che l’ha aiutato con il cuore. Subito dopo il programma, vista la sua passione per il canto e il ballo avevamo gettato le basi per realizzare un progetto di un tour, ma questo, prevedeva di dedicarsi allo studio del canto e infatti avevamo ingaggiato il maestro Demo Morselli e fatto una prima cover con Cristiano Malgioglio.
Quindi Rossano stava iniziando a vivere la sua vita, ma senza tagliare definitivamente i contatti con la Trump. Mollò le lezioni di canto ricominciando una vita sregolata, abusava con l’alcool non praticava più nessuno sport, iniziava a litigare con quei pochi amici che veramente gli volevano bene. Litigammo per una stupidaggine, ma lui non volle più farsi aiutare.
Non ci vedemmo per qualche anno, poi a Settembre 2019 ci incontrammo al compleanno di un amico comune a Venezia, dopo un gelo iniziale siamo finiti a parlare e abbracciarci.
Lui ha sempre saputo che gli ho voluto bene come se fosse un figlio per me e anch’io sapevo che in fondo mi voleva bene, ma ormai era cambiato, era divorato da un demone interiore che lo spingeva all’auto distruzione. Parlava di progetti di ristoranti di altre attività con alcuni amici di Miami, ma poi litigava con tutti e saltava tutto.
D: Si era anche risposato?
R: Si, con Milu Vaimo nel 2011, con lei aveva trovato un po’ di felicità.
D: Quando hai saputo che Rossano era malato?
R: Ho saputo che stava seriamente male all’inizio dell’estate, Rossano per tutto il mese di Agosto era in Italia e io l’ho sentito una sera a Forte dei Marmi mentre era al Twiga con amici comuni l’ho contattato e gli ho scritto: “Stai in Italia e proviamo tutto quello che è possibile per combattere questa schifezza di malattia” – fu l’ultimo scambio di messaggi – “Rossano stai qui in Italia vieni da me e insieme proviamo a fare tutto quello che è possibile, non tornare a New York”.
Rossano mi ha risposto: “Silvio lo so che mi vuoi bene e lo sai che io ti voglio bene, ma sono stanco di combattere”.
Io so che lui dopo Forte dei Marmi è andato a Treviso ad incontrare degli amici comuni e si è fermato per una settimana.
Come è possibile che Rossano fosse qui pochi mesi fa nel pieno della malattia, e nessuno di tutti quelli che dicono di conoscerlo bene, nessuno dei personaggi apparsi in TV sapevano che fosse qui e avesse veramente bisogno di aiuto.
D: L’hanno trovato nel bagno insanguinato, pensi potesse non essere sobrio, dato che parlano di giallo?
R: Secondo me era sobrio, quando usciva girava anche con un supporto.
D: Come sai ho frequentato Rossano, da ragazzo e bellissimo, forse un attimo dopo Alberto Tarallo, a cui credo si debbano le splendide foto di un giovanissimo ed esplosivo Rossano su un mensile, e poco prima di Massimo Garcia, quindi ricordo Riccardo; come mai secondo te dei suoi fratelli neanche lui è volato a New York per i funerali? Li ricordo inseparabili e davanti alla morte si sa…
R: Non ho mai conosciuto Riccardo, e mi pongo molte domande perché trovo inspiegabile che dei genitori e i fratelli non siano volati immediatamente a New York, appena saputo la notizia anche da genitore mi stupisce che si accetti la metà delle ceneri dei resti di un figlio, tuttavia preciso che la famiglia di Rossano non l’ho mai incontrata, ma ho assistito a decine di telefonate tra lui e alcuni loro membri, e ti assicuro erano allucinanti: una richiesta continua, insulti uno via l’altro e per anni gli hanno distrutto l’autostima.
In ogni caso, parlando in generale su molte persone della vita di Rossano, mi sarei aspettato che coloro che gli hanno fatto tanto male, avessero avuto dei rimorsi nonché l’umiltà di chiedergli scusa e perdono per non essere stati capaci di trasmetterglielo l’amore di cui aveva davvero bisogno.
Sui genitori non mi permetto di esprimere giudizi, ma al matrimonio non c’erano perché lui mi ha detto “Solo adesso si fanno sentire perché sto sposando la Trump”, “… non li voglio vedere, non hanno mai apprezzato niente di quello che ho fatto”- Qui mi fermo.
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Caro Silvio, prima di andare a leggere la lettera che durante i funerali di Rossano tu hai desiderato scrivere, e che pubblichiamo integralmente, mi piace sottolineare che i funerali di Rossano sono stati celebrati al Franck Campell Funeral nell’Upper East Side di Manhattan, il quartiere dove Rossano viveva da solo e dove è stato trovato dopo la caduta nel bagno, alla sua dipartita però hanno partecipato con tanto affetto milioni di persone da tutto il mondo, tutta gente che lo amava, e questi non erano certo tutti amici della signora Trump, ma i fan, i lettori, i followers, tutto il pubblico che ebbe modo di apprezzare Rossano Rubicondi da quell’Isola dei Famosi in poi, solo ed esclusivamente per le sue belle qualità, e le doti che di ogni artista sopravvivono.
Silvio Sardi:
<< Caro Ross,
ci ho provato e tu sai bene quanto non mi piace apparire, ma l’ho voluto fare, per far capire che il problema non è l’esito dell’autopsia, ma qual’è stata la vera causa della tua morte, quello che ha scatenato in te questa maledetta malattia.
In troppi ti hanno usato, umiliato, sfruttato e distrutto l’autostima, io le ho sentite le telefonate, ho assistito alle aggressioni verbali e alle violenze psicologiche che ti hanno fatto per anni e oggi queste stesse persone si dichiarano distrutte, addolorate, mentre dovrebbero sentirsi in colpa per non averti amato per quello che eri.
Ti hanno provocato una rabbia dentro che cresceva ogni giorno fino a mangiarti un pò per volta fino a farti morire.
Avevi una forza pazzesca, appena uscivi indossavi la maschera del sorriso, della battuta facile e facevi divertire chi stava intorno a te, ma poi le molte volte che siamo rimasti soli di notte, usciva tutto lo sconforto la rabbia.
Purtroppo non avevi una corazza e solo apparentemente riuscivi a farti scivolare addosso tutti gli abusi che hai subito e per questo continuavi a spostarti da un posto all’altro del pianeta nella speranza di trovare un po’ di pace, eri in una continua lotta con te stesso e alla fine litigavi con tutti e allontanavi i veri amici e noi sappiamo veramente quali sono (Vittorio, Fabio, Massimo, Alessandro, Alfonso, Luca, e pochi altri) ai quali non interessava il Rossano l’ex marito di Ivana Trump, ma ti volevano veramente bene per quello che eri.
La tua malattia ha origini lontane e io mi sento in colpa per avere mollato e non essere stato più forte nei tuoi confronti, dovevo impormi e importi di dare un taglio netto con tutto quel mondo e insistere nello sviluppare alcuni dei progetti ai quali avevamo lavorato insieme.
Purtroppo ci siamo scontrati spesso su queste cose, e il mio errore è stato quello di dirti “ma fai quello che vuoi, la vita è tua” e tu hai continuato il tuo percorso alimentando questa rabbia che alla fine ti ha divorato. E così hai fatto con i veri amici, ci ha litigato e li hai allontanati.
Ho voluto partecipare al programma della D’Urso, solo per denunciare e fare sapere a tutte quelle persone che ti hanno fatto cosi tanto male, che c’è qualcuno come me e pochi altri amici che sanno la verità. Non gli posso augure il male, ma queste persone devono avere un grande senso di colpa, per non averti amato per quello che eri. Dovrebbero chiederti scusa per come ti hanno trattato e lasciarti riposare in pace.
Lo sapevo che non mi avrebbero fatto parlare e che non avrebbero mai letto per intero la mia lettera che ho inviato alla redazione, ma ci ho voluto provare lo stesso, soprattutto per te perché almeno questo te lo dovevo.
Spero che questo circo mediatico finisca presto e che tu possa riposare in pace.
Un abbraccio e un bacio mio caro.
Silvio >>